Sarà
sicuramente un 4 novembre diverso dalle celebrazioni del passato, quello che
sta organizzando il Comune di Caselle, in collaborazione con l’Unitre e la Pro
Loco. Sabato prossimo, oltre alle ormai consuete manifestazioni cittadine per
ricordare le forze armate italiane, ed il primo conflitto mondiale, è prevista
presso la sala Fratelli Cervi in via Mazzini, a partire dalle 16.45, la
presentazione di un volume edito dall’associazione turistica Pro Loco, dal
titolo:“Per ricordare 1915-1918”,
curato dall’archivista Daniela Siccardi e da Antonina Smitti, socia
dell’Università della Terza Età di Caselle, su progetto dell’Unitre nazionale.
Nel corso della presentazione del volume dedicato ai caduti casellesi della
Grande Guerra, che avrà come moderatore Elis Calegari, direttore del mensile
casellese “Cose Nostre”, interverranno l’assessore alla cultura del Comune di
Caselle Torinese, Erica Santoro, Giorgio Aghemo, presidente Unitre di, Gustavo
Cuccini, presidente nazionale Unitre, Giuliano De Giovanni, presidente
regionale Unpli, Davide Aimonetto, storico e giornalista, il professor Giorgio
Chiosso, consigliere regionale Unitre, Daniela Siccardi, archivista, Antonina
Smitti, socia Unitre e Graziella Solavaggione. Concluderà l’iniziativa
culturale, il sindaco della Città di Caselle, Luca Baracco. “L’opera è nata
grazie alla collaborazione con la nostra UniTre che ha aderito ad un progetto
nazionale dell’Università delle Tre Età – spiega Daniela Siccardi - volto a ricordare i tanti caduti nell’immane
tragedia mondiale che coinvolse i giovani delle nostre terre e che spesso
ricordiamo solo attraverso i nomi scolpiti su fredde lastre”. Partendo dunque
proprio dalla lapide dedicata ai caduti casellesi, quella posta in Piazza Europa su una parete del
Palazzo Comunale, le autrici del volume
hanno compiuto un’attenta e minuziosa ricerca tra le carte dell’archivio
storico cittadino per ricostruire le biografie dei settanta militari casellesi che partirono per il fronte e che
non fecero mai ritorno. L’incontro è aperto a tutta la popolazione, che avrà
così modo, a distanza di cento anni, di conoscere un tassello di storia della
propria comunità.
Davide Aimonetto