Ancora una volta insieme. Donne di diversa
estrazione culturale, sociale, politica. Insieme per discutere, sensibilizzare,
difendere altre donne dall’insidia della violenza di genere, rappresentata dagli
odiosi soprusi maschilisti. Unite sotto lo slogan “Quello che capita a una
donna, potrebbe capitare a tutti”. Ancora una volta, la comunità scolastica e
sociale mappanese, si è ritrovata in occasione della Giornata Mondiale contro
la Violenza sulle Donne, la scorsa settimana. Una serata di riflessioni ed
approfondimenti, quella proposta presso il salone dell’Istituto Comprensivo
Giovanni Falcone. Presente la dirigente, la dottoressa Lucrezia Russo, e
l’insegnante Patrizia di Lorenzo, formatrice, tutor di Scienze della
Formazione Primaria dell’Università di Torino e Presidentessa dell’associazione
La Tenda della Luna, che ha parlato del tema “Le forme della violenza e la
cultura del rispetto”. A moderare l’incontro la dottoressa Nadia Bergamini,
giornalista del quotidiano “La Stampa”. Ad introdurre l’incontro, c’è stata la
presentazione del video“Maryna”,
tratto da un riadattamento del monologo tenuto da Paola Cortellesi contro la violenza ed i femminicidio. La
dottoressa Lucrezia Russo, ha
invece sottolineato, nel suo intervento, la grande importanza che svolge il
sistema scolastico nel suo complesso, nell’affrontare tra gli studenti i temi
come la violenza di genere, la Russo in particolare si è soffermato su ruolo
della scuola, nell’instaurare rapporti positivi tra i sessi, attraverso l’ educazione al rispetto delle differenze.
Sul delicato e difficile tema dell’educazione alle differenze, si è
sviluppato l’articolato intervento di Patrizia Di Lorenzo, che in modo
particolare si è soffermata sulla violenza
assistita, un fenomeno in crescita, che colpisce i minori. “I
bambini non hanno strumenti sufficientemente forti per elaborare un trauma, soprattutto
se gli artefici di questo trauma, sono lo persone a loro più vicine. In ambito
di abusi sessuali poi, talvolta capita
che i minori non ne parlino apertamente, poiché possono abituarsi all’abuso,
che diventa quasi un fatto normale. “Occorre dunque uscire dall’indifferenza –
ha sottolineato la presidentessa dell’associazione La Tenda - perché quello che
è capitato a una donna potrebbe capitare anche a me. Ma soprattutto dobbiamo abbattere i luoghi comuni,
che non aiutano la cultura del rispetto”. Durante lo svolgimento della serata
mappanese, due studentesse, rappresentanti delle classi terze: Alice e
Sara, hanno spiegato ai presenti il
senso dell’installazione contro la violenza di genere, realizzata in piazza della Repubblica a Borgaro e
in piazza Don Amerano a Mappano,
grazie al fattivo impegno delle docenti Elena Scotto e Stefania Rubino: cioè un iceberg, il cui vertice
estremo e visibile rappresenta è il femminicidio, ma la base, sommersa, ed
invisibile, è caratterizzata da pregiudizi, violenza psicologica, rabbia,
desiderio di controllo della propria partner. Al termine della serata, l’installazione
è stata simbolicamente abbattuta dalle ragazze insieme ad alcuni dei
partecipanti all’incontro, tra cui il vicesindaco Paola Borsello, l’assessora Cristina Maestrello, l’assessora al decentramento del
Comune di Borgaro Marcella Maurin.
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Il gruppo promotore della serata mappanese |
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Il pubblico presente |
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L'insegnante Elena Scotto |
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Alice e Sara con la loro docente |
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La dottoressa Lucrezia Russo con Patrizia di Lorenzo |
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L'assessora Marcella Maurin con una amica |
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L'installazione realizzata dagli studenti mappanesi |