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venerdì 4 maggio 2018
E' uscito il libro "Il Campo militare delle Vaude. Dalle origini ai giorni nostri" di Pierfelice Ronco.
Per molti è solo una
vasta area verde, ancora fino a non pochi anni fa di proprietà dell’Esercito,
in cui svolgeva periodicamente le sue esercitazioni. Conosciuto da tutti come
il “Poligono” o più semplicemente “L’accampamento”, questo altopiano,
caratterizzato da una marcata deforestazione, ed accompagnato da un clima mite,
comprende un territorio omogeneo che si estende sull’area delle Vaude. Un luogo
che per generazioni di soldati ed ufficiali sabaudi prima, del Regno d’Italia
poi, e per un certo periodo anche della Repubblica, ha rappresentato il luogo
ideale su cui svolgere esercitazioni militari, via via sempre più complesse. Ma
non solo. Nel tempo ha ospitato anche uno dei primissimi aeroporti militari, di
addestramento volo, inaugurato nel 1912, e le sue strutture hanno visto
sperimentare alcune innovazioni, che hanno fatto la storia nel campo della
balistica e del collaudo delle nuove artiglierie, che hanno mutato le strategie
ottocentesche. Insomma una storia, militare, ma non solo, che attraversa i
secoli. Risale infatti al 1833, per volontà di re Carlo Alberto, la nascita del
“Campo di esercitazione militare della Vauda di San Maurizio”. In realtà già
nel 1600, le Vaude ospitavano saltuariamente dei reparti del Ducato sabaudo per
svolgere le esercitazioni. Esercitazioni militari si erano svolte a Vanchiglia nel
1777, nel 1779 al Valentino, nel 1784 a Volpiano. Nel 1796 fu invece scelta
Ciriè, per l’annuale rivista del Reggimento di Susa. Poi, nel 1833, l'opzione definitiva cadde proprio sul territorio delle Vaude. Sicuramente per la
vicinanza con le caserme ospitate a Torino e nei dintorni della capitale
sabauda, ma anche perché il terreno si prestava perfettamente ad ogni tipo di
esercitazione ed addestramento militare, sia per la cavalleria, le truppe
appiedate, e l’artiglieria ippotrainata. Non esistevano però strutture stabili
per accampare i soldati. In genere si realizzavano sul luogo, dei campi, con
tende mobili. Fin da subito però insufficienti per accogliere gli undicimila
uomini del 1833, che saliranno ad oltre ventimila soldati nel 1846. Insomma,
una parte considerevole di coloro che contribuirono all’unità d’Italia, si
addestrò e si esercitò alle tecniche della guerra, proprio fra i prati e gli
avvallamenti delle Vaude. Oltre a campo di addestramento, fu anche di
prigionia, le Vaude ospitarono, durante le varie fasi della guerra contro il Regno
delle Due Sicilie, più di 12 mila soldati borbonici. Per poi ritornare al temine
del conflitto, alla sua funzione originaria, quella di esercitare “all’arte
della guerra” le truppe del neonato Regno d’Italia. Infatti sono numerose le
cartoline postali di quell’epoca, soprattutto di fine ottocento ed inizio
novecento, che descrivono alcune di quelle esercitazioni, ma anche la vita
quotidiana al campo. Di tutto questo straordinario capitolo di storia militare,
non solo di storia locale, che va sotto il nome del “Campo delle Vaude”, c’era
il serio rischio che l’oblio avvolgesse ogni cosa. Del resto le strutture
militari di un tempo, non esistono più. La natura e la vegetazione, hanno fatto
il loro corso, ricoprendo terreni che a lungo subirono le offese delle
artiglierie. I vecchi testimoni stanno scomparendo ad uno ad uno. Il rischio
forte, è che fra qualche anno della storia e della genesi del campo di
istruzione e balipedio delle Vaude, non vi rimanesse più alcuna traccia, se non
sotto forma di vago ricordo o aneddoto. Per ovviare a tutto questo, ci ha
pensato Pierfelice Ronco, appassionato di storia in generale, e di quella
militare in particolare. Con passione ed impegno, Ronco ha raccolto un
ricchissimo e spesso inedito apparato fotografico e documentario, che
ripercorre in maniera attenta e scrupolosa la genesi e lo sviluppo del Campo
militare delle Vaude. Il frutto di questa ricerca è confluito in un volume di
recente pubblicazione, intitolato “Il Campo militare delle Vaude”, dalle
origini ai giorni nostri. (Editrice tipografia Baima-Ronchetti & C.) “Mi
sono reso conto – spiega l’autore – che se non avessi raccolto in un libro
tutto le informazioni ed il materiale, il rischio era che si perdesse per
sempre la storia così unica e peculiare di questo luogo”. Del resto chi meglio
di Pierfelice Ronco avrebbe potuto dare alle stampe una simile ricerca? Il
padre di Ronco, Maurizio, era proprio uno di quei tanti sottoufficiali che
furono impiegati presso le strutture del Campo militare. Lo stesso Pierfelice
venne alla luce nel 4° Baraccamento del Poligono Militare del territorio
ciriacese. Insomma oltre al latte materno ha respirato l’aria di quei luoghi
fin da bambino. Atmosfere, vicende, situazioni, ma anche pagine di storia
militare, piccola o grande che sia, che rischiavano seriamente di sparire dalla
memoria. “Così è nato questo libro: per rendere omaggio a quelle generazioni di
soldati, sottoufficiali ed ufficiali, che si sono addestrati e sono vissuti al
Campo delle Vaude, per ripartire a loro volta verso le destinazioni più
diverse. Con il centenario della Prima Guerra Mondiale, rendergli omaggio attraverso
questo libro, mi è sembrata una cosa importante”. Un libro che non può certo
mancare nelle biblioteche degli appassionati, non solo di storia locale, ma
anche militare, e di storia patria. Perché dalle Vaude è passato un pezzo
significativo del nostro Risorgimento.