Il settimo parroco
nella storia della comunità cristiana di Mappano, ha fatto il suo ingresso
domenica scorsa. E’ un volto già noto ai mappanesi. Una figura umana e
sacerdotale che ha lasciato un segno indelebile: don
Pierantonio Garbiglia. Unanimemente apprezzato e conosciuto da tutti come “don
Pier”. Un pastore dunque non nuovo per la parrocchia . Il sacerdote era già stato in passato, parroco di questa comunità, fece infatti il suo primo
ingresso il 2 febbraio del 1998. Dopo l’esperienza parrocchiale a Mappano, la sua vicenda umana e sacerdotale proseguì con una significativa esperienza
missionaria a Belem, in Brasile, poi il ritorno in Italia e l’impegno pastorale
ad Andezeno, fino all’arrivo alla vicina Leinì, di cui il sacerdote è parroco
da cinque anni. Dunque un parroco per due distinte anche se limitrofe realtà
parrocchiali. Una esperienza mai vissuta prima su questo territorio. A cui don
Garbiglia non ha voluto certo sottrarsi, vuoi per il profondo legame che vi è
sempre stato fra il sacerdote e la comunità mappanese, lungo tutti questi anni,
un legame, per sua stessa ammissione “duraturo e sincero”, un po’ perché a
fronte di situazioni sempre più complesse da gestire, bisogna scegliere nuove
vie, e quella di un parroco, per due parrocchie, per quanto temeraria, è
sembrata in questo momento la più opportuna e più praticabile. Un ruolo
prezioso, lo svolgerà anche la Piccola Casa della Divina Provvidenza il
Cottolengo, posta quasi a “cerniera” fra Mappano e Leinì, lo stesso neo parroco,
durante la sua prima omelia mappanese, ha
affermato che la vicina struttura del Cottolengo, avrà una sua specifica parte,
in questo processo di riorganizzazione e gestione della vita delle due
comunità, ad esempio con la messa feriale del lunedì, che si celebrerà nella
cappella del Cottolengo di strada Cuorgnè. Certo, don Pierantonio non sarà solo
a gestire la quotidianità e la complessità di due grandi parrocchie come quelle
di Mappano e di Leinì. Per Mappano infatti, gli sarà a fianco nella sua nuova
gestione pastorale, il diacono Matteo Suozzo che, con la sua famiglia, si è già
trasferito a vivere nei locali del parroco precedente, nella canonica di San
Giuseppe Benedetto Cottolengo, mentre don Garbiglia manterrà la sua abitazione
a Leinì. Una scelta fondamentale questa, che potrà così garantire un migliore e
costante rapporto fra comunità ed il parroco don Garbiglia. Non è un caso che
domenica scorsa il nuovo parroco di Mappano ed il diacono, abbiano fatto
insieme l’ingresso, ed insieme concelebrato con il parroco di Borgaro don
Stefano Turi, ed il vicario episcopale per il Distretto di Torino Nord don
Claudio Baima Rughet, proprio per dare un segnale forte a tutta la comunità,
che insieme lavoreranno pastoralmente. Ad accoglierli sul sagrato della chiesa
di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, oltre ai fedeli mappanesi, molti coloro
provenienti dalla parrocchia di Andezeno e dalla vicina Leinì, anche un
sindaco, il primo sindaco di Mappano: il professor Francesco Grassi. Il sindaco
di Mappano, accompagnato da diversi amministratori: il vice Paola Borsello, l’assessore
Massimo Tornabene, il presidente del consiglio comunale Sergio Cretier, la
consigliera margherita Profiti, e per le minoranze il consigliere Valter
Campioni, ha accolto a nome di tutta la comunità civile, il nuovo parroco don
Garbiglia. “13 anni fa don Pier lasciava questa comunità - ha esordito il
sindaco – da allora le nostre strade si sono separate, prendendo direzioni
diverse, per poi ricongiungersi oggi. La nostra è una comunità importante e
viva, ancora in crescita. Speriamo che tutte le sfide che dovremo affrontare le
affronteremo insieme. Come amministrazione siamo sicuramente pronti ad
collaborare con la parrocchia. Sappiamo le difficoltà, sappiamo che sarà un
impegno in salita, le due parrocchie insieme, superano i 20 mila abitanti, ma
sappiamo anche che il diacono saprà fare molto, insieme ai tanti parrocchiani
che hanno già avuto modo di conoscerti ed apprezzarti in passato”. Così don
Pier, visibilmente emozionato, è ritornato 20 anno dopo, in quella che fu la
sua prima parrocchia. Per stessa ammissione del sacerdote, un turbinio di
emozioni e ricordi hanno accompagnato questo ritorno “Avevo 32 anni quando fui
nominato parroco di Mappano – ha ricordato il sacerdote nella sua omelia - non nego che Mappano sia sempre rimasta nel
mio cuore. Non me ne vergogno assolutamente, perché è una comunità che si fa
amare questa. Come è innegabile che molti mappanesi mi abbiamo voluto bene in
questi anni. E’ innegabile però anche che siamo cambiati. Voi avete vent’anni
di più, come me. Ci sono nuove sfide da affrontare. Abbiamo camminato per le
strade volute da Dio. Ed oggi quelle stesse strade tornano a ricongiungersi.
Questa è una comunità con molte unicità. Una comunità bella ed interessante,
che sono certo saprà dare ancora molto in termini di solidarietà ed impegno
evangelico”.
Davide
Aimonetto