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Gianna Pentenero |
Secondo il rapporto dell'Istat, gli italiani tra i 25 e i 64 anni di età in possesso di una laurea o un diploma di scuola superiore sono circa il 60%. La quota è in crescita, ma resta comunque inferiore a quella dell'Unione Europea (oltre il 77%).
I dati del mercato del lavoro parlano chiaro: nell'ultimo trimestre del 2017, il tasso di disoccupazione tra i laureati era al 6,1%, contro il 9,9% tra i diplomati, il 13,9% tra chi ha la licenza media e il 18,1% per chi era in possesso soltanto del diploma di scuola elementare.
Le statistiche dimostrano che studiare serve. Il problema vero è che in Italia il tasso di abbandono scolastico è davvero molto alto. Semore secondo le statistiche, risulta che, nonostante la riforma universitaria del 3+2 il tasso di studenti che non completano il percorso di studi è elevatissimo: tra il 33-35%. Che significa che oltre un terzo delle matricole che si iscrivono alle università italiane, escono senza alcun titolo.
Esiste inoltre, un altro fattore che scoraggia i giovani italiani al conseguimento della laurea. Molti dottori e dottoresse riescono a trovare un lavoro adeguato solo dopo i 30 anni, ossia 7-8 anni più tardi rispetto ai giovani di altri Paesi perdendo così l'occasione di formarsi in maniera adeguata in quella fascia di eta' in cui hanno più energie e una maggiore capacità di apprendimento e perdendo anche l'opportunità di accumulare un'esperienza che può essere poi spesa anche all'estero.