Una serata per non
dimenticare. Venerdì scorso, la sala consigliare di Palazzo Mosca, ha ospitato
la prima di una serie di iniziative, che si articoleranno lungo il mese di
gennaio e febbraio, dedicate al tema della Shoah e delle persecuzioni. “Abbiamo
scelto questa formula – ha spiegato l’assessore alla Cultura Erica Santoro –
perché siamo fermamente convinti come amministrazione, che bisogna affrontare
sempre più spesso temi come il razzismo e le persecuzioni in genere”. Ideale
per il primo incontro, è stato dunque il volume di Claudio Vercelli, storico
contemporaneista e docente presso l’Università Cattolica di Milano, dedicato
alle Leggi razziali in Italia, promulgate nel 1938 “1938: Francamente razzisti.
Le Leggi razziali in Italia”. Una pagina di storia poco conosciuta. Presto
dimenticata dagli stessi italiani, travolti dal dramma della seconda guerra
mondiale e l’occupazione tedesca. Al contrario, lo storico Vercelli, con mano
sicura, ha saputo ricostruire il clima politico, culturale e sociale dell’Italia
degli anni Trenta, che culminò con la proclamazione dell’Impero d’Etiopia, e di
lì a poco con la promulgazione delle vergognose Leggi razziali. Non solo.
Vercelli nel suo volume ha sapientemente tratteggiato le dinamiche sociali e
politiche che portarono ad una sostanziale accettazione di queste leggi
discriminatorie verso cittadini italiani a tutti gli effetti, ma di religione
ebraica. Una ricerca approfondita ma sempre accompagnata da un robusto impianto
documentario. “E’ ora di uscire una volta per tutti dall’immagine stereotipata
che a lungo ha dominato il nostro paese nel dopoguerra – ha spiegato lo storico
Vercelli - di un fascismo dal volto umano, quasi comprensivo e tollerante verso
gli ebrei, se paragonato agli eccidi nazisti. Le Leggi razziali o meglio
razziste, sottoscritte dalla monarchia, sostanzialmente accettate dalla Chiesa
cattolica, furono applicate con solerzia dalla macchina burocratica
amministrativa fascista. Esse segnarono la radicalizzazione del regime,
arrivando fatalmente a stravolgere la vita di migliaia di cittadini italiani,
contribuendo al loro sterminio. Tuttavia, il significato di quei provvedimenti
che coinvolsero i bambini dalle scuole elementari fino agli studenti
universitari, impiegati nelle pubbliche amministrazioni e nell’esercito, uomini
di cultura e semplici lavoratori, vanno oltre il genocidio che ne fu l’esito
finale”. Il merito del libro di Vercelli è quello di aver individuato e messo a
nudo i nodi cruciali di quelle decisioni, senza dare spazio o alibi a chi, a
torto, ancora pensa e crede, che le Leggi razziali furono concepite per
compiacere l’alleato nazista. Nulla di più falso. Il libro evidenzia i
meccanismi e le strutture di un apparato burocratico centrale ma soprattutto
periferico, senza il quale il razzismo di stato non avrebbe potuto muovere i
suoi primi significativi passi. Pagine buie, che le ricerche di Vercelli
permettono di illuminare con poderosi squarci di luce. Una serata intensa e
appassionata. Merito dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luca
Baracco e dal suo assessore Erica Santoro.
Davide
Aimonetto