Lun, 20 Mag, 2024

Al "Musa" di Torino, fino al 27 gennaio, "Filotropia" di Claudio Cena: materia, luce e colore in una nuova dimensione estetica

Le opere dell'artista leinicese dai colori cangianti, in dialogo con gli spazi circostanti

Dal successo della street art lungo le vie di Leinì, alla consacrazione nella prestigiosa sede espositiva “Spazio Musa” nella centrale via della Consolata a Torino, avvenuta il 15 dicembre scorso, alla presenza di numerosi estimatori e concittadini, oltre ad esponenti di istituzioni culturali ed amministrative, come la vicesindaca di Leinì Cristina Bruno e Giancarlo Novero di PromoEventi.

Per l’artista Claudio Cena, il 2023 appena concluso, è sicuramente un anno da incorniciare per gli importanti risultati ottenuti grazie alla sua arte innovativa, conosciuta come “filotropia”. Nato a Leinì. Un legame importante questo, con la cittadina alle porte di Torino. Non a caso l’artista ha scelto proprio il suo paese natale per ospitare la prima mostra an plein air delle sue opere, che ha immediatamente richiamato l’attenzione dei critici d’arte. Dopo una lunga e prestigiosa carriera nel campo del disegno e della progettazione meccanica, oltre ad aver ricoperto importanti e significativi ruoli manageriali nell’ambito del settore aeronautico, spaziale e meccanico. Esperienze fondamentali, attraverso le quali Cena attinge preziosi spunti e stimoli per le opere che andrà poi a realizzare.

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Una ricerca artistica del tutto personale, contrassegnata da sperimentazione di vario genere ed in campi anche diversi tra loro, che hanno però condotto Cena ad una maturità artistica piena e consapevole, che si è configurata con l’introduzione concettuale del tema della filotropia.

Nelle opere di Cena la luce si fonde con la materia. Una materia primigenia, filiforme, che sotto le mani sapienti dell’artista, viene modellata, scolpita, ma nonostante tutto non è inerte, resta viva e mutevole. Le sue forme prendono vita, attraverso colori cangianti, e gli spazi circostanti dialogano costantemente con le sue opere, in una sorta di polifonia artistica e concettuale.

Dopo la pubblicazione di un importante libro che è un po’ il manifesto di tutta la sua produzione artistica, non a caso intitolato “Filotropia”, ed accolto da una importante introduzione del critico d’arte Angelo Mistrangelo, per Cena si moltiplicano le occasione per esporre. Partecipa al Younique-fine Craft Art Design, dove espone alla Galleria d’arte Metaproject. All’ultima edizione del Salone del Libro del maggio 2023, presenta il volume. Fino alla consacrazione della sua produzione artistica, con la mostra personale “Filotropia”, aperta al pubblico fino al 27 di gennaio presso gli spazi torinesi del Musa, all’interno della cornice di un palazzo nobiliare settecentesco, sapientemente recuperato e restaurato, in via della Consolata.

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Ed è proprio la curatrice della mostra, Lucrezia Nardi, che descrive lo straordinario percorso di questo poliedrico artista leincese «la produzione artistica di Cena è un percorso lineare ed intelligente, suggellato in quadri, sculture a
parete, conformazioni installative che sfuggono alle definizioni canoniche: un pensiero tanto semplice da divenire complesso, di un tracciato mentale e fisico, un processo che porta già dai suoi albori a creare una frattura con l’idea stessa di bidimensionalità; non si tratta di elementi pittorici su di una superficie, ma di una superficie che collabora con un’altra creazione di un’opera artistica».

Replica Claudio Cena «mi piace associare i lavori alla perfomance della natura, osservabili attorno a noi. Cercando di materializzare la mia rappresentazione di aspetti quali il fluire, l’espansione e la dissoluzione. Un esempio è quanto accade sulla superficie di uno specchio d’acqua quando gettandovi dentro un sasso si creano flussi di onde concentriche, che si allargano sulla superficie, scivolano con leggerezza, senza disturbare la bellissima armonia dello scorrere e dell’ondeggiare».

torino mostra claudio cena 8

Ecco, Cena, ha saputo accarezzare, non imbrigliare quell’atto di energia profonda, fissandolo sulla materia e sui colori, pur mantenendo intatta tutta la sua energia primigenia. Dando origine ad opere, in cui la materia, la luce, il colore, si trasfondano in un'altra dimensione estetica.

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