Come un fulmine a ciel sereno che ha squarciato la serenità scolastica della Direzione didattica Anna Frank di Leinì.
Così è stata accolta la notizia, rivelata dai giornali mercoledì mattina, della decisione imminente di procedere con il dimensionamento scolastico. In pratica la “fusione” tra la Direzione didattica Anna Frank e la scuola dell’Infanzia con il vicino Istituto comprensivo, che darebbe vita a una sorta di monstrum scolastico composto da oltre 1500 studenti, tremila genitori e un collegio docenti che, fra insegnanti della primaria, infanzia e secondaria di primo grado, raggiungerebbe cifre ragguardevoli e di non semplice gestione.
Un accorpamento annunciato da anni
Ma i numeri sono una cosa e le esigenze dettate dall’agenda politica degli amministratori regionali un’altra. Del resto, non era un mistero per nessuno che da diversi anni ormai, puntualmente, ad ogni nuovo anno scolastico, si affacciasse lo “spettro” dell’accorpamento. Una spada di Damocle, silente ma sempre presente. Si contano ormai sulle dita di una mano le direzioni didattiche ancora attive a livello regionale, e Leinì è una di queste.
Torino e provincia: gli accorpamenti come nuova normalità
A Torino ed in tutta la provincia, i dimensionamenti o accorpamenti, che dir si voglia, sono ormai un dato di fatto. Nonostante le numerose proteste da parte del mondo degli insegnanti, dei genitori e delle organizzazioni sindacali, gli accorpamenti fra istituti scolastici, anche numerosi e diversi per storia e caratteristiche sociali e culturali, sono diventati nel tempo una realtà condivisa.
Le ragioni del malcontento
I motivi di queste opposizioni sono diversi, non tanto perché “piccolo è bello”, ma perché spesso con i dimensionamenti si è andati a unire realtà scolastiche che in comune avevano ben poco, salvo la vicinanza territoriale. A Torino per certi aspetti è stata un’operazione più semplice. Comunque mai indolore. Perché con un colpo di spugna si sono cancellate particolarità spesso uniche, in nome della razionalizzazione.
Leinì ha sempre resistito
Leinì ha sempre retto in questi anni, vuoi perché tutte le amministrazioni locali, come la Città Metropolitana, si sono dette contrarie a questa operazione, unitamente al Collegio docenti ed al Consiglio di Circolo dell’Anna Frank, tenacemente avverse ad ogni tipo di dimensionamento. Questo fino a mercoledì scorso, quando un’improvvisa quanto inaspettata presa di posizione a livello regionale ha impresso una brusca accelerata al processo.
La delegazione dell’Anna Frank chiede spiegazioni in Regione
Salvo sorprese dell’ultimo minuto, la Regione farebbe partire il dimensionamento dell’Anna Frank con il Comprensivo già dal prossimo anno scolastico. Una vera doccia fredda. Una decisione di cui nessuno era a conoscenza, a partire dai vertici scolastici. Così, in fretta e furia, una delegazione dell’Anna Frank — guidata dalla dirigente scolastica Marcella Costanzo, dalla dirigente dei servizi amministrativi, con al seguito un pugno di insegnanti e ATA — è partita alla volta del Consiglio regionale per avere spiegazioni in merito a questa repentina decisione.
Il confronto a Palazzo Lascaris
Raggiunto Palazzo Lascaris, la delegazione, unitamente ad altri insegnanti torinesi ed esponenti di alcune sigle sindacali, è stata ricevuta dagli esponenti della maggioranza e della minoranza. Per Leinì, la dottoressa Marcella Costanzo, a nome di tutta l’Anna Frank, amareggiata per la modalità con cui è stata diffusa la notizia attraverso i media, lasciando completamente all’oscuro le istituzioni scolastiche, ha ribadito la sua totale contrarietà a questa soluzione che porterà a un «drastico peggioramento della qualità del sistema scolastico, sia fra gli studenti che i docenti».
L’allarme della dirigente Costanzo
«Fra le mie principali mansioni – ha sottolineato il dirigente scolastico – io mi pongo quotidianamente in ascolto dei miei docenti, delle famiglie, degli alunni. Come sarà possibile svolgere un così delicato ruolo a fronte di migliaia di utenti e genitori? Andremo incontro a una scuola sovradimensionata per una piccola realtà, senza alcun effettivo risparmio economico, salvo la perdita della dirigenza e della direzione dei servizi amministrativi. Non ci saranno benefici o ricadute positive sul piano didattico. Si darà vita a un collegio docenti abnorme, impossibile da ospitare in qualunque struttura del territorio. Io mi chiedo e vi chiedo: siamo veramente disposti a mettere in gioco tutto questo in nome di tagli concepiti a tavolino?».
La replica della Regione Piemonte
Lapidaria la risposta della consigliera regionale Paola Antonetto, presidente della Commissione Cultura: «Questa è una vicenda che parte da lontano. Addirittura dai tempi del Governo Draghi. E che noi oggi, come amministratori, siamo tenuti a ratificare. Non possiamo sospendere o rinunciare ai dimensionamenti scolastici, perché essi fanno parte di un più ampio e complesso piano di razionalizzazione, voluto dall’Europa e strettamente collegato all’erogazione dei finanziamenti del PNNR ai Comuni. Non sono ricatti, come qualcuno ha cercato di far filtrare. Ma accordi firmati da altri, che noi oggi però dobbiamo rispettare e far valere, cercando di mantenere sempre alto lo standard qualitativo del nostro sistema scolastico».
Un futuro già scritto?
Insomma, restano pochissimi margini di trattativa. E, salvo clamorosi cambiamenti all’ultimo minuto, già dal prossimo anno scolastico Leinì potrebbe perdere la sua storica Direzione Didattica, acquisendo però un unico polo scolastico, dall’Infanzia alle Medie, con una sola direzione e segreteria didattica.
