Come delle star. Più delle
star in carne ossa. Nessuno avrebbe immaginato così tanta attenzione ed
interesse attorno alle cinque campane restaurate e la sesta appositamente
donata da parte della comunità di fedeli leinicesi. Eppure, in un pugno di
giorni: da quando sono state collocate all’ingresso della chiesa parrocchiale,
per dare modo a tutti di ammirarle nel loro rinnovato splendore, e fino a
quando sono state nuovamente issate in cima alla torre campanaria, anch’essa
restaurata, non è mai venuto meno l’interesse e la curiosità, in particolare da
parte delle scolaresche di Leinì. Merito di tanta attenzione, è stato grazie
anche all’impegno di Toni Balbo dell’associazione “La Barbacana”, che ha saputo
magistralmente narrare la storia di queste campane, che è poi un pezzo della
storia di Leinì. Fra aneddoti, curiosità e storia locale, Balbo ha ripercorso le
vicende religiose e civili legate a queste campane. Fra le tante curiosità, il
fatto che una delle campane riporti frasi latine, non grammaticalmente
corrette, segno che anche un tempo questa lingua doveva risultare
particolarmente ostica, o che la più antica, risalente al 1812, sia stata fusa
con il bronzo di un’altra campana, ancora più antica, ma rovinata da un
fulmine. Insomma un tuffo nel passato e nella storia leinicese, molto
apprezzato da grandi e bambini. Così tanto interesse da parte delle nuove
generazioni, non si era mai visto verso le campane di Leinì.
Davide
Aimonetto