Da alcuni anni a questa
parte, la comunità di Venaria, attraverso manifestazioni ed incontri pubblici,
ha avviato un significativo percorso teso a ricordare il dramma delle foibe e
dell’esodo istriano. E’ una ferita che non si è mai completamente rimarginata.
L’esodo degli istriani alla fine della seconda guerra mondiale, accanto
all’immane tragedia delle foibe, sono due momenti cruciali della nostra storia,
troppo a lungo dimenticati o sottaciuti. Solo negli ultimi anni gli esuli
istriani, con determinazione hanno fatto conoscere la loro storia, fatta di
sopraffazioni e violenze. Una storia spesso dimenticata e contestata. Il Comune
di Venaria, ed il presidente del Consiglio comunale Andrea Accorsi, ha avviato
da alcuni anni, un non semplice cammino di confronto e conoscenza verso questa
storia tragica. Molti venariesi sono discendenti o superstiti di quelle
comunità istriane che conobbero la violenza dei comunisti titini, una vera
pulizia etnica ante litteram. Questi incontri, aperti alla popolazione, tenuti
da storici e dal presidente dell’associazione Anvgd (associazione nazionale
Venezia Giulia e Dalmazia) Antonio Vatta, ha permesso una maggiore conoscenza
di quei tragici eventi. Un percorso oggi culminato con l’inaugurazione a
Venaria, del monumento in ricordo degli esuli istriani, fiumani e dalmati e dei
martiri delle foibe, realizzato dall’artista Michele Privileggi. Molte le
associazioni che hanno preso parte domenica scorsa all’inaugurazione del
monumento da parte del sindaco Roberto Falcone. Il Coro musicale Giuseppe Verdi
ed il Coro Tre Valli della Città di Venaria, hanno scandito i momenti più
significati della cerimonia inaugurale avvenuta presso il Giardino delle Foibe.
Numerosi i cittadini che hanno preso parte all’evento. “Quello che è successo –
ha ricordato il sindaco Falcone – ha rappresentato una grande tragedia. Non
bisogna dimenticare, ma al contrario capire e gettare la basi per la convivenza
civile dell’Europa dei popoli”.
Davide
Aimonetto