Un silenzio assordante e colpevole nella totale indifferenza delle istituzioni. E' giusto fare il proprio dovere e poi essere anbbandonati dallo Stato?
Continua l'odissea di Pino Masciari, l'ex imprenditore calabrese che ha avuto il coraggio di denunciare la criminalità organizzata e che ormai da tempo vive senza la scorta che gli era stata assegnata nel 1997, per proteggerlo dalle più che probabili ritorsioni della'ndrangheta. Perchè la criminalità organizzata non dimentica e soprattutto non perdona. E' solo questione di tempo.
E raccontarela situazione in cui è costretto a vivere da oltre un anno è proprio lui «Se qualcuno vi dicesse con certezza "Erano già pronti per ammazzarti e stai molto attento perché sei un predestinato, la vendetta da parte loro è solo una questione di tempo… il tempo non cancella la loro sete di vendicarsi" vi sentireste al sicuro? E poi ancora… se tentassero di avvicinarvi e di entrarvi in casa in modo sospetto, riuscireste a stare tranquilli? Io no!»
E' questa la ragione per cui Masciari ha deciso di rendere pubblico quello che gli sta accadendo. Come gesto di autotutela.
«Ho scelto di uscire allo scoperto per rendere pubblico tutto ciò che in questi ultimi mesi ho vissuto - dice - ma che sembra non importare a nessuno. Sia io sia il mio legale abbiamo relazionato nelle sedi opportune, nel rispetto delle leggi, con evidenze documentali, tutto quanto mi sta accadendo, ma ancora una volta mi scontro con uno Stato indifferente».
Uno Stato con la memoria corta, capace troppo spesso di piangere solo a posteriori chi mette a disposizione la propria vita per la difesa della legalità.
«Finora ho ottenuto solo silenzi. Silenzi omissivi, che tuttavia non assolvono nessuno dalle proprie responsabilità - prosegue -. Dopo trent’anni di interminabile attesa in cui ho sperato e ho voluto credere che sarebbe potuto arrivare un domani finalmente migliore, un domani in cui avrei potuto riprendere la mia vita, che di fatto si è congelata nel momento stesso in cui ho denunciato, adesso non ci credo più. Chiedo solo rispetto e attenzione alla mia vita e a quella della mia famiglia, alla nostra sicurezza e incolumità».
Un silenzio, dopo la prima ondata di emotività per la revoca della scorta, assordante da parte di tutti. L'unica voce che in questi giorni si è alzata in difesa di quest'uomo desolatamente solo è stata quella del Movimento 5 Stelle «abbiamo letto con apprensione la notizia delle minacce ricevute da Pino Masciari, ex imprenditore calabrese e testimone di giustizia entrato nel programma speciale di protezione nel 1997 insieme a moglie e figli per aver denunciato i crimini della 'ndrangheta. Le nuove minacce, denunciate da Pino alle autorità e alla magistratura, impongono un’ampia riflessione sull’avvio del procedimento per la revoca della scorta. Masciari è un simbolo di legalità, un esempio per tutti di cosa significhi non accettare le imposizioni della malavita e lottare con coraggio contro le mafie rischiando la propria vita e quella dei propri cari. Chi trova il coraggio di denunciare la criminalità organizzata va tutelato dalle istituzioni».