Lun, 29 Apr, 2024

Piano di contenimento dei piccioni: creano danni all'agricoltura e al patrimonio storico e sono portatori di patologie

Piano di contenimento dei piccioni: creano danni all'agricoltura e al patrimonio storico e sono portatori di patologie

Sul territorio metropolitano di Torino ce ne sono circa 2 milioni e mezzo

Il Consiglio metropolitano di Torino  ha approvato “Piano di controllo del colombo” che arriva dopo una lunga battaglia condotta proprio da Coldiretti Torino per avviare finalmente un contenimento di questa specie che provoca danni enormi anche all’agricoltura.

«Ci siamo mossi a fronte all’esasperazione degli agricoltori – ricorda il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca CiciSempre più soci vengono nei nostri uffici di zona a chiedere misure di depopolamento dei piccioni. Sapevamo che il piccione può essere oggetto di contenimento grazie a una sentenza della Corte di Cassazione, che risale al 2004, e che sancisce che le popolazioni di  questo volatile che vivono allo stato libero rientrano ormai tra quelle selvatiche. Secondo la legge il controllo della fauna selvatica deve essere attuato se esistono pericoli, in primis per la salute umana ma anche per tutelare le produzioni zoo-agroforestali. Finora erano stati predisposti soltanto interventi su scala comunale o, peggio, esistevano solo regolamenti comunali sul divieto di foraggiamento. Per depopolare i piccioni serviva invece uno strumento operativo sovracomunale e di area vasta predisposto dalla Città Metropolitana».

La difesa dai piccioni potrà avvenire con metodologie diverse, dalla dissuasione sonora alla cattura, fino all’abbattimento diretto con fucile da caccia. Nelle campagne, le operazioni di controllo potranno essere svolte da operatori muniti di licenza di caccia (come già avviene per l’autodifesa agricola dal cinghiale) che avranno frequentato un apposito corso che preveda il programma didattico approvato, da tempo, dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del Ministero dell’Ambiente. I corsi formeranno quelli che saranno chiamati “coadiutori al controllo del colombo di città”. Tra le materie insegnate nei corsi, oltre alla biologia della specie, anche l’effettuazione di censimenti e gli elementi di sicurezza legati all’uso di armi da fuoco che approfondiscono le norme di sicurezza già insegnate nei corsi per l’abilitazione alla licenza di caccia. Gli operatori dovranno essere assicurati.

Le carcasse dei piccioni dovranno essere smaltite, in campagna anche semplicemente sotterrandoli  a 200 metri di distanza da pozzi e corsi d’acqua.

«Ora, dopo questa approvazione, occorre rendere al più presto operativo il piano  - aggiunge Mecca Cici -  con i corsi di abilitazione per gli operatori. Coldiretti Torino, come già fatto per il controllo delle nutrie e dei cinghiali assicurerà la massima collaborazione per estendere ai propri agricoltori la possibilità di autodifesa e di controllo dei piccioni».

Sono circa 2 milioni e 500mila gli esemplari di piccione tra il territorio metropolitano e la collina torinese e i danni causati al solo comparto agricolo ammontano a circa 400mila quintali di cereali, soia, girasole,  per un totale di circa 5 milioni di euro l’anno.

Ma per l’allevamento i danni potrebbero essere ancora maggiori: il piccione rappresenta, infatti,  una possibile fonte di trasmissioni di patologie o di malattie gastrointestinali nel bestiame nelle stalle. 

Come è noto, la crescita esponenziale dei piccioni causa anche seri danni anche al patrimonio storico e artistico con il loro guano; inoltre costituisce una preoccupante minaccia per la sicurezza aerea, mentre la sua eccessiva confidenza con l’uomo lo porta a dare l’assalto ai tavolini all’aperto ricchi di cibo.

Ma il vero pericolo è la possibile trasmissione di patologie all’uomo attraverso la zecca molle del piccione (Argas reflexus) che è un suo parassita che può attaccare le persone che vivono in prossimità di siti di nidificazione o colonie di questi uccelli (tra cui gli agricoltori) e trasmettere infezioni batteriche e shock anafilattici.

Nel marzo del 2023 due istituti superiori di Ciriè sono stati chiusi per disinfestazione da zecche molli derivate dalla folta colonia di piccioni presente intorno alle scuole.

 

 

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