Il 20 maggio scorso, nell’aula magna della scuola media, non si è celebrata soltanto una premiazione, ma un momento di autentico orgoglio scolastico e umano. Sono stati infatti premiati i ragazzi che hanno partecipato alla fase di Istituto dei Giochi Matematici Kangourou, un appuntamento ormai atteso da studenti e docenti che credono nella bellezza e nella sfida della logica.
Quasi 150 alunni hanno scelto di mettersi in gioco, confrontandosi con quesiti impegnativi, spesso al limite del gioco e dell’enigma, ma sempre capaci di accendere la curiosità. A livello nazionale, la competizione ha coinvolto oltre 12mila studenti nella categoria Ecolier (quarta e quinta primaria) e più di 25mila nella categoria Benjamin (prima e seconda media): un piccolo esercito di giovani menti pronte a sfidare sé stesse.
Tra loro, tre alunni della scuola casellese si sono distinti al punto da accedere alla semifinale nazionale, che si è svolta sabato 24 maggio all’Istituto “Agnelli” di Torin: Cloe Barberi (categoria Ecolier), Isabella Gallio (categoria Ecolier) e Riccardo Finello (categoria Benjamin)
Per Cloe e Isabella, la prova ha significato 75 minuti di concentrazione e determinazione su 15 domande a difficoltà crescente. Emozionate ma risolute, le ragazze hanno affrontato la sfida con serietà e passione. Ora l’attesa è per il 6 giugno, data in cui saranno resi noti i risultati: in palio c’è l’accesso alle finali nazionali a Cesenatico, il prossimo 20 settembre.
Ma il merito non è solo dei ragazzi. Dietro questi traguardi ci sono insegnanti capaci di accendere l’interesse e sostenere con costanza i propri studenti. È il caso della maestra Rita Pecchiura, della classe 5C, che con passione e rigore ha accompagnato i suoi alunni in questo percorso. Dei quattro allievi da lei preparati, tre si sono classificati tra i primi sei: Cloe Barberi 1° posto; Davide Farucci 3° posto e Marco Tancorre 6° posto
Un risultato che parla chiaro: la qualità dell’insegnamento fa la differenza. La maestra Pecchiura è una di quelle figure rare, "vecchio stampo", come qualcuno direbbe con affetto: una docente che crede ancora nel valore dello studio serio, dell’attenzione personalizzata, della didattica fatta con dedizione artigianale. Una scuola che funziona, in fondo, è fatta anche di questo.
L’edizione di quest’anno, forse più sobria nei toni rispetto al passato, ha lasciato però un segno profondo: tra risposte corrette, errori da cui imparare, emozioni vissute e traguardi raggiunti, i ragazzi hanno scoperto qualcosa di più grande della matematica: la fiducia in sé stessi.