Gio, 5 Dic, 2024

FIP, la patologia felina da coronavirus che nei casi più gravi può perfino portare alla morte del gatto

FIP, la patologia felina da coronavirus che nei casi più gravi può perfino portare alla morte del gatto

La Peritonite Infettiva Felina, conosciuta anche con l’acronimo FIP (Feline Infectious Peritonitis), è una patologia che colpisce i gatti e in generale tutte le specie di origine felina. Causata da un ceppo del coronavirus felino (FCoV), è tra le più frequenti forme di infezione nei gatti, ed è spesso letale. 

 Il coronavirus non è trasmissibile alle persone o ad altre specie di animali domestici, si trasmette da gatto a gatto tramite contatto oro-fecale, attraverso secrezioni orali, oppure, più raramente, da mamma gatta ai suoi gattini. L’infezione da coronavirus è piuttosto comune nei gatti, in quelli domestici ma in particolar modo in quelli che vivono in grandi gruppi (colonie feline). Nella maggior parte dei casi questa patologia non rappresenta un problema serio: il FCoV viene attaccato dal sistema immunitario del gatto e il virus viene così debellato, causando al nostro amico a quattro zampe solo qualche piccolo effetto collaterale, ad esempio una lieve diarrea. 

In alcuni casi però il virus, una volta entrato nell’organismo del gatto, subisce una mutazione che causa la FIP. Il virus si diffonde oltre che nell’intestino anche negli altri organi interni, danneggiandoli in maniera irreparabile e portando il gatto alla morte.

I sintomi della FIP possono variare in base alla forma di FIP contratta dal gatto, ma generalmente si possono riscontrare:

  • Forte dimagrimento e deperimento
  • Anemia
  • Febbre
  • Diarrea
  • Vomito
  • Pelo arruffato e poco lucido
  • Tosse
  • Iperlacrimazione
  • Raffreddore
  • Depressione
  • Uveite (sintomi oculari)

La FIP si può sviluppare in due forme differenti:

  • FIP effusiva (umida)
  • FIP non effusiva (secca)

La FIP effusiva, detta anche FIP umida, è la forma più diffusa e più grave della malattia. Il virus compromette i vasi sanguigni al punto che parte dei fluidi che contengono fuoriesce, andando ad invadere la cavità addominale o quella toracica. Nel primo caso il gatto presenta un importante rigonfiamento dell’addome, mentre nel secondo accusa difficoltà respiratorie. Sebbene tutti i gatti siano potenzialmente a rischio, quelli che hanno più probabilità di contrarre la FIP sono i gatti con il sistema immunitario più debole (ad esempio quelli con altre patologie come la FIV oppure la FELV), i gatti anziani e i cuccioli.

Ogni gatto che ha contratto il coronavirus felino può potenzialmente trasmetterlo ad altri, sia che si tratti di FCoV non mutato, sia che si tratti di FIP. 

La FIP è una malattia difficile da diagnosticare perché non esiste un vero e proprio test che riesca a confermare la positività del gatto alla malattia. Esiste infatti solamente un esame che permette di capire se il gatto è entrato in contatto con il virus FCoV, ma questo non conferma la presenza della FIP. Al momento non è disponibile nemmeno un vaccino che permetta di evitare il contagio. 

Di recente (da gennaio 2023) nell'isola di Cipro si è sviluppata una vera epidemia di FIP, che ha portato a morte migliaia di gatti. Sembra essere una mutazione più aggressiva dei ceppi già conosciuti.

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