Ven, 3 Mag, 2024

Massimo Lajolo e la "Bassa fedeltà" sociale, personale e relazionale, nel suo ultimo lavoro musicale

Massimo Lajolo e la "Bassa fedeltà" sociale, personale e relazionale, nel suo ultimo lavoro musicale

Nato, come urgenza comunicativa,  durante il lockdown conseguente la pandemia da Covid 19

C'erano una volta il giradischi, poi lo stereo su cui ascoltare preziosi vinili, preziosi oggetti, quasi archeologia musicale (oggi tornati in auge almeno nel pubblico più esigente) per ascoltare la musica e la radio, altro prezioso oggetto che faceva bella mostra di sè nelle case, poi sono arrivati i CD, con qualità pressochè invariata. Oggi la musica si ascolta in Mp3 direttamente dal cellulare.

E' partendo da questi presupposti che è nato l'ultimo lavoro "Bassa fedeltà" (RadiciMusic Records) del cantautore torinese Massimo Lajolo anche se raccontandosi dice «in genere non amo le classificazioni, che in campo musicale servono soprattutto a creare barriere tra i diversi tipi di pubblico ed etichette da esporre nei negozi di dischi (i pochi che rimangono). Tra un artista schivo e un puro intrattenitore, comunque, preferisco sicuramente chi mi fa sentire la propria sincera urgenza comunicativa nel raccontare di sé e degli altri. Credo che nella mia musica sia possibile trovare principalmente tracce di canzone d’autore, del passato e contemporanea, italiana e anglosassone e pop-rock, soprattutto indie (per quello che tali definizioni possano significare oggi), miscelate in percentuali variabili. Ho da sempre ricercato un sound personale, che accogliesse al suo interno appunto tali radici, ma anche suggestioni molto diverse, elettroniche, rock, folk o d’ambiente».

Massimo Lajolo cantautore 1

Perchè "Bassa fedeltà"? 

«L’ascoltatore medio non compra musica, perché può averla gratis, e spesso non è in grado di percepire e apprezzare le differenze tra i vari formati audio, anzi, non si pone nemmeno il problema - risponde -. E allora che senso ha registrare la propria musica e fissarla su un supporto, che magari verrà messo in commercio ma sostanzialmente non avrà acquirenti? Ma la bassa fedeltà a volte è anche quella verso se stessi, le proprie abitudini, gusti e relazioni, ma può
rivelarsi salutare».

"Bassa fedeltà" arriva dopo la pandemia che ci ha costretti tutti in casa, senza rapporti sociali, se non dietro lo schermo delle videochiamate. Questo periodo ha influito sulla scrittura di quest'ultimo lavoro?

«Avevo pubblicato il mio terzo CD da solista quattro prima e mi ero ripromesso di non farne più altri - racconta -. Non scrivo a tavolino, ho aspettato che qualche cosa si muovesse, fuori e dentro di me. La chiusura forzata ha rappresentato un’importante occasione, in termini di tempo e di concentrazione, per ripensare alcuni brani rimasti incompiuti, ma soprattutto per scriverne di nuovi. L’urgenza comunicativa si è di nuovo fatta sentire e, di conseguenza, il desiderio di condivisione. L’idea iniziale era di fare tutto da solo. Mi piace l’idea di ricavare il massimo risultato possibile da mezzi minimi. Una specie di ecologia sonora, tanto per intenderci. Invece, ho finito per coinvolgere altre undici cantanti e musicisti (più una grafica), che hanno suonato e cantato con me, alcuni per la prima volta, mentre con altri avevo già collaborato in passato, ma l’impronta minimale sostanzialmente è rimasta. Nella musica spesso, meno c’è, più trovi».

In quest'ultimo lavoro, Lajolo racconta storie a tratti personali, altre collettive, intrecciando spesso i due aspetti,  come pure passato e futuro, realtà concreta e realtà virtuale. Particolari anche i protagonisti delle sue storie: un potenziale serial killer adolescente, un’anziana sopravvissuta a una pandemia mondiale, un uomo qualunque che fa ripiombare in un inquietante passato, un’artista invisibile e tanti altri ancora.

«Mi piace l’idea di dare voce a chi in qualche modo non si uniforma, in un momento storico come questo - aggiunge - in cui le persone hanno un profondo bisogno di condividere luoghi, suoni, parole, anche se forse non lo sanno. Ho fatto qualche esperimento, in termini di sonorità, struttura delle canzoni, arrangiamento: brani senza il classico ritornello, un minicoro rinascimentale a cappella che dialoga con la chitarra elettrica, il bouzouki che si accompagna a voci trattate».

Dopo gli inizi giovanili in varie band torinesi l'attività di autore ed esecutore di Lajolo si è accompagnata ad altre sempre di carattere musicale, dalla tesi di laurea su Angelo Branduardi all’esperienza didattica con il Teatro Regio, dai laboratori musicali al diploma in Musicoterapia. Lajolo ha,inoltre, militato come compositore e/o strumentista (chitarra acustica ed elettrica, bouzouki, armonica) in numerose formazioni, di pop-rock, folk irlandese-bretone, musica etnica internazionale (come l’Orchestra di Porta Palazzo) e realizzato ed eseguito musiche di scena per spettacoli teatrali, soprattutto legati a temi sociali, come la violenza sulle donne o il Giorno della Memoria cui si è aggiunta l’attività dal vivo attraverso l'apertura di qualche centinaio di concerti di grandi della canzone d’autore (Gianna Nannini, Battiato) e di partecipare a importanti manifestazioni, rassegne, concorsi e festival in varie parti d’Italia, che ospitavano artisti come Umberto Bindi, Nada, Giorgio Conte, suonando perciò davanti a vari tipi di pubblico e in situazioni molto diverse, dalla grande piazza, al teatro, ai club di piccole e medie dimensioni.

https://www.youtube.com/watch?v=F21mKF__C5g

 

 

 

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