Conosciuto in tutta Italia, cresce spontaneamente in pianura, in campagne e nei campi incolti
La mia passione per la botanica felicemente si sposa con l'arte cucina, perchè di arte si tratta, soprattutto quella che ha per protagonisti quelli che oggi vengono definiti prodotti a km 0.
In questo periodo inizia la raccolta nei prati del taraxacum officinale o tarassaco comune ( dente di leone, soffione, nonnino, piscialletto, cicoria matta o asinina, pisciacane, girasole dei prati) pianta a fiore della famiglia delle Asteracee. L'essere officinale la identifica con virtù medicamentose conosciute dalla notte dei tempi, se ne utilizzano le radici, le foglie i fiori, praticamente tutto.
Il nome “Tarassaco” deriva dal greco, è la combinazione tra scompiglio e rimedio, cioè in grado di rimettere in ordine l'organismo.
Cresce spontaneamente nelle zone di pianura e fino ad una altitudine di 2000 mt, ed è notoriamente infestante. Le foglie della pianta fresca contengono flavonoidi, antiossidanti, vitamine B1 B2 C E, derivati di acido taraxinico, minerali, in particolare potassio e calcio. La radice, commestibile sia fresca che essicata, è ricca di acido linoleico, acido taraxinico, steroidi. Importante in apicoltura, fornisce alle api sia polline che nettare, se ne ricava un ottimo miele, uno dei migliori, secondo me.
Con le foglie del tarassaco, crude, si prepara una ottima insalata primaverile, accompagnata da uova sode e altre verdure a foglie, esempio il soncino o valeriana. Si può stufare e consumare con aggiunta di aglio,limone e sale. Ottimo per preparare zuppe e minestre, accompagnato da patate e porri che ne attenuato l'amaro. E' un ottimo impasto per torte salate o come ripieno di pasta fresca. E ancora la frittata di tarassaco, semplicemente con uova, parmigiano, sale.
Con le radici di tarassaco si prepara un surrogato del caffè simile al caffè d'orzo.
In medicina popolare il tarassaco è un fitorimedio epatico/biliare, antireumatico, diuretico e un blando lassativo.
Il suo utilizzo, molto versatile, ci aiuta a mettere in tavola un piatto gradevole, nutriente e leggermente curativo, oggi si trova anche sulle bancarelle di verdure, chi ha la fortuna di vivere in campagna lo trova vicino a casa, se fra qualche settimana si va in montagna lo si trova, di dimensioni più piccole, sul rossiccio, veramente ottimo.
Per raccoglierlo bisogno chinarsi, la terra si sa è bassa, pulirlo richiede tempo e pazienza, ma il risultato val bene un po' di lavoro.
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