Ven, 19 Apr, 2024

Torino custodisce un angolo tra storia e archeologia. Un’antica porta, un fossato e un ponte levatoio

Torino custodisce un angolo tra storia e archeologia. Un’antica porta, un fossato e un ponte levatoio

Qualcosa delle mura antiche potrebbe facilmente tornare alla luce?

Se oggi passeggiamo tra le strade di Torino e andiamo in cerca di antiche mura, bisogna sapere che quasi tutte sono state distrutte ai tempi di Napoleone. Per fortuna, però, qualcosa è rimasto ancora intatto. Ad esempio, facciamo un giro nei pressi del sottopasso automobilistico di viale I Maggio.

Forse molti torinesi, nel via vai quotidiano, hanno osservato distrattamente il tratto di mura che sostiene i Giardini Reali, andando verso i corsi San Maurizio e Regina Margherita.

Il Bastione di corso San Maurizio e il Bastion Verde raccontano ancora tanta storia.

Sembra che sia stato realizzato verso il 1670 circa, ad opera dell’ingegnere militare Sèbastien Le Preste de Vauban. Qui, se ci si ferma con attenzione ad osservare, si intravedono le tracce di un’antica porta murata e, addirittura, sono ancora visibili alcuni segni, che corrispondono alle feritoie dell’antico ponte levatoio che sovrastava il fossato esterno.

Questa zona era chiamata Porta di Soccorso; in altre parole era l’uscita di sicurezza di Palazzo Reale. Da qui pare fosse uscito anche Vittorio Amedeo II per andare incontro al Principe Eugenio durante l’assedio di Torino da parte dei francesi del 1706.

Potrebbe diventare una zona archeologicamente molto interessante: i bastioni, infatti, erano circondati da fossati, che potrebbero, almeno in alcuni tratti, essere riportarti alla luce.

Forse sarebbe abbastanza semplice recuperare un tratto del fossato attiguo al Bastion Verde, perché oggi è ricoperto semplicemente da prato. Proprio il Bastion Verde, detto anche Garittone, è la traccia più significativa di quanto i Savoia investirono nella difesa e nella fortificazione della città. Qui, venne costruito un padiglione, ancora integro, da cui si poteva osservare la zona circostante. Il progetto era dell’architetto e ingegnere Ascanio Vitozzi.

Il fossato si trova a ridosso del cosiddetto "orecchione", un risvolto a forma di semicerchio che risale al 1500. Qui si conserva ancora la casamatta inferiore, vano ricavato dentro o dietro un muro per proteggersi, e la cannoniera, in cui c’erano le artiglierie puntate verso il nemico.

Si chiama Bastion Verde perché fu fatto dipingere da Carlo Emanuele II proprio di quel colore, poi lo fece anche ricoprire di edera.

Perché?

Probabilmente in ricordo della moglie Francesca Maddalena principessa d’Orléans, morta molto giovane. La principessa non riuscì a godere molto di questo luogo, che pare fosse il suo rifugio preferito.

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