È finita al centro di una tempesta politica e mediatica Cinzia Tortola, presidente della Consulta delle Donne Borgaresi ed esponente del Movimento 5 Stelle, dopo un post pubblicato sui social che intendeva offrire – a suo dire – «un’altra chiave di lettura» del termine "cortigiana", ma che ha invece scatenato accuse di sessismo e richieste di dimissioni da parte del centrodestra locale.
L’origine della vicenda risale alle recenti dichiarazioni del segretario generale della CGIL, Maurizio Landini, che aveva definito la premier Giorgia Meloni una “cortigiana alla corte di Trump". Un termine che ha provocato reazioni indignate non solo da parte della presidente stessa del Consiglio, ma anche di esponenti di Fratelli d’Italia e del centrodestra, che hanno denunciato un linguaggio offensivo e sessista nei confronti non solo della Premier ma di tutte le donne.
Nel tentativo di offrire una rilettura del termine – interpretato come “dama di corte” e non come insulto sessista – Cinzia Tortola ha pubblicato un commento sui social, precisando di non condividere alcuna accezione offensiva. Ma il messaggio, per molti, è apparso ambiguo, tanto da spingere le forze politiche del centrodestra cittadino a chiedere le sue dimissioni dal ruolo di presidente della Consulta.
“Non era mia intenzione offendere nessuna donna”
In una lunga nota di chiarimento, Tortola si è detta «molto dispiaciuta del clamore e della strumentalizzazione politica» nata attorno al suo post. «Mi prendo la responsabilità di aver pubblicato un contenuto che voleva solo offrire un’altra chiave di lettura del termine ‘cortigiana’, inteso come ‘dama di corte’. Non era assolutamente mia intenzione offendere nessuna donna né usare termini sessisti o denigratori» ha dichiarato.
La presidente della Consulta ha poi precisato che la sua riflessione aveva un significato “di critica politica” e non personale: «Le parole usate non volevano toccare la persona in quanto donna, ma il modo di interpretare un ruolo istituzionale».
“La Consulta resta un impegno apolitico”
Tortola ha respinto poi con forza le accuse di strumentalizzare la Consulta per fini politici: «Il mio impegno all’interno della Consulta delle Donne è sempre stato e continuerà a essere apolitico, appassionato e onesto. Chi mi conosce sa che ho sempre perseguito coerenza e onestà intellettuale». Ha poi aggiunto: «Manipolare e stravolgere questo pensiero a scopi politici è comprensibile, ma non accettabile. Io non uso la Consulta per fare politica e ritengo inaccettabile essere definita indegna del mio ruolo».
Scuse e ringraziamenti
Infine, Tortola ha voluto rivolgere un messaggio di scuse e chi la conosce bene, data la sua comprovata onestà intellettuale, sa che sono sincere e non di circostanza: «Mi scuso per aver generato, seppur involontariamente, questa situazione che nulla ha a che vedere con ciò che rappresenta per tutte noi la Consulta delle Donne Borgaresi». E, ha poi ringraziato le persone che in questi anni l’hanno sostenuta e che continuano a collaborare con lei «per portare avanti insieme gli obiettivi della Consulta».

