Mar, 5 Nov, 2024

Humanities Conservation, il progetto di accessibilità universale del Centro Conservazione Restauro La Venaria Reale

Quante volte passeggiando per via XX settembre nel pieno centro storico della Reale lo sguardo dei passanti incrocia un portone blindato che accoglie universitari e professori in quella fucina che ogni giorno restituisce la bellezza alle opere agli occhi di tutto il mondo, dando l’impressione che sia addetto soltanto ai lavori?

La Fondazione del Centro Conservazione Restauro “La Venaria Reale” - CCR - considerato il maggiore polo del restauro in Italia, l’eccellenza tutta piemontese caratterizzato da un operato che si muove lungo le tre macro-direttrici: conservazione, formazione (include 9 corsi e 5 laboratori e i restauratori specializzati sono riconosciuti dal Miur) e  ricerca, da venerdì 27 settembre ha completato quel percorso di accessibilità, iniziato con le visite guidate qualche anno fa, che danno la possibilità di accedere a tutti ai laboratori e di vedere il loro operato, dietro le quinte.

Con il progetto di accessibilità universale “Humanities Conservation”,  finanziato con i fondi del PNRR, pari a 492mila euro, il Centro Conservazione Restauro ha aperto un nuovo capitolo della propria storia, presentandosi come un luogo aperto ed accessibile, senza barriere fisiche, culturali, cognitive e linguistiche, ampliando la partecipazione fisica, digitale, educativa e culturale del visitatore e di chi studia. 

Nelle aree aperte al pubblico, sono stati realizzati percorsi e mappe tattili e segnaletica multilingue con font ad alta leggibilità e lettura facilitata per dislessici e ipovedenti, dispositivi touch con altezze regolabili (ad esempio per chi è in sedia a rotelle), un ascensore con specchio parlante in LIS Lingua dei segni italiana, un video ingranditore per gli ipovedenti con riconoscimento ottico dei caratteri, servizi igienici anche a misura di bambino, fino allo "spazio morbido" per la decompressione o per quanti sentano la necessità di ritrovare la calma.

La biblioteca mette a disposizione per tutto il pubblico i suoi 35 mila volumi e libri e periodici, gli archivi, tra cui lo storico Pinin Brambilla Barcilon (restauratrice del Cenacolo Vinciano)  è stato digitalizzato e reso più facilmente fruibile con trascrizione in italiano dalla lettura facilitata. Anche gli orari della si adeguano per essere fruibili dagli utenti durante tutta la giornata e il suo staff ha seguito corsi di formazione specifici per l’accoglienza del pubblico, proposti dalla Fondazione Paideia.

E per chi arriva dalla Reggia a fine percorso delle visite, dalla Citroniera può accedere al “Il Ristoro delle Arti”. Una chicca progettata con il regista e sceneggiatore Carlo Zoratti e un team di 10 creativi, tra designer, artisti e scrittori per raccontare quello che succede e le curiosità di quello che accede all’interno dei laboratori. Un’esperienza tattile, visiva e uditiva suddivisa in tre pareti. La Parete dei Fatti: una fotografia del CCR e delle sue attività attraverso dati e numeri: racconta i professionisti e i laboratori di restauro, ciascuno dei quali è specializzato in un settore specifico (arredi lignei, arte contemporanea e design, manufatti cartacei e fotografici, dipinti murali-materiali lapidei e superfici dell’architettura, dipinti su tavola e su tela, sculture lignee, manufatti in metallo-ceramica e tessili) insieme agli interventi su opere di epoche lontane.

La Parete delle Cose mostra 45 tavolette con alcuni materiali sui quali intervengono i laboratori, che si è invitati a toccare per meglio comprenderne le diversità (dall’acciaio alla piuma, dal marmo alla gommapiuma, dalla pergamena alla pelliccia, dall’alabastro alla carta giapponese) e gli strumenti utilizzati.

La Parete delle Storie invece conta 10 finestre all’interno delle quali sono posizionati oggetti curiosi e bizzarri che evocano una storia legata alle attività del CCR, storia fruibile con cuffie e QRcode, oppure attraverso una web app adatta anche a non-vedenti e non-udenti. Insomma l’inclusione è a 360 gradi.

«Quando parliamo di accessibilità universale – spiega Sara Abram, segretaria generale del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale  – non si tratta  solo di accessibilità fisica o cognitiva, ma anche di accessibilità culturale. Questo significa dare la possibilità di partecipazione e coinvolgimento nelle attività del CCR a nuovi pubblici. La cultura diventa accessibile quando parla non solo la lingua dei suoi studiosi o fruitori abituali, ma anche quella dell’intera comunità che circonda il CCR. Questo vuol dire utilizzare linguaggi adatti a generazioni diverse, con differenti percorsi di formazione. Accessibilità culturale vuol dire anche permettere l’accesso alle informazioni, grazie a progetti e strumenti che oltre che essere sostenibili economicamente, devono tenere conto della pluralità di bisogni, capacità e contesti culturali delle persone».

Orari Biblioteca e Archivi: tutti i giorni dalle 9 alle 18: Centro Visitatori, secondo gli orari della Reggia La Venaria Reale

Info: www.centrorestaurovenaria.it 

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