Avete mai provato un senso di paura intensa e ribrezzo da farvi star male alla vista di un topo o di un ragno? Avete mai deciso di salire dieci piani prendendo le scale pur di non entrare in ascensore? Tutti noi o quasi siamo assaliti da paure irrazionali, o presunte tali. Sono fobie.
La fobia specifica è caratterizzata da una paura molto intensa innescata da uno stimolo trigger. Si tratta di una manifestazione emotiva e comportamentale giudicata come spropositata rispetto allo stimolo, che sollecita il sistema dell'allarme dell'individuo che con il cuore che batte forte e il respiro affannoso si mette in fuga o, quando è possibile, mette in atto strategie di evitamento.
In genere le fobie più comuni sono relative ad insetti, topi, ragni, piccioni, l'altezza o hanno a che vedere con il sangue-aghi-ferite: tutti stimoli che, razionalmente, non creano allarme o paura. Di fronte a un leone tutti noi ci daremmo a gambe levate e questo sarebbe un comportamento adattivo per noi uomini figli della paura, che ci ha permesso di scappare dai pericoli e di salvaguardare noi stessi e la nostra specie.
Ma allora perchè molte persone scappano e urlano difronte uno stimolo fobigeno, di fronte a uno stimolo che “non fa nulla” agli occhi del mondo?
In realtà anche la fobia è una forma di adattamento che trova la sua chiave di lettura nella storia di vita di chi quel forte terrore non poteva esprimerlo verso la sua fonte originaria e lo ha dirottato verso un altro stimolo, uno stimolo innocuo, che non può punire o mettere in atto ritorsioni. Ebbe sì, la fobia è proprio uno spostamento di una sensazione di pericolo da una fonte originaria a un'altra verso cui scaricare la propria emotività più viscerale, non è considerato pericoloso ma adattivo.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, (DMS 5) annovera le fobie specifiche tra i disturbi d'ansia per mettere in risalto la forte ansia provata dal soggetto, che è ben diversa dalla sensazione di schifo che, comunemente, si prova difronte a un insetto o animale ma che attiva strategie per scacciarlo via, a differenza della persona fobica che mette in atto la fuga o l'evitamento.
Cosa fare? Come aiutare un soggetto fobico?
La prima cosa da fare è non dire : «ma smettila, tanto non ti fa nulla!». Chi vive una fobia sa perfettamente che un ragno che cammina su un muro o un piccione che svolazza per conto suo non causano la morte o calamità naturali. Questa frase accentua ancora di più la sintomatologia di un individuo, in quel momento
solo irrazionale, che rivive una sensazione di pericolo.
«Stai tranquillo, se si avvicina il piccione lo mando via io; prendo una scopa e scaccio il ragno» (non ce ne vogliamo gli amici animalisti ) è sicuramente una strategia più utile che fa sentire la persona sicura e compresa. Peccato che spesso il giudizio preceda l'empatia!
Diffidate dei professionisti che pensano di avere la formula magica e si illudono di guarire una fobia in 10 sedute
La fobia, come ogni sintomo, è una forma di adattamento che ha un'origine nell'infanzia e che si consolida nell'età adulta. Togliere la fobia vuol dire negare al fobico una parte di sé, una parte che senza quella fobia scompenserebbe. Non esagero nel dire che la la fobia salva la vita!
Ora mi rivolgo a chi vive una fobia
Non colpevolizzatevi, ma accogliete questa fobia come un pezzo di voi. Cosa provo quando vedo il mio stimolo fobigeno? Cosa provo se penso di avvicinarmi troppo? Quando nella mia vita provo o ho provato questa sensazione?
E datevi del tempo per mettere insieme i pezzi della vostra storia e guardare alla vostra fobia in modo più consapevole. C'è sempre un resistenza inconscia ad affrontare le proprie paure che sono diventate un buon compromesso e ci hanno permesso tuttavia una sorta di equilibrio.
Di che fobia soffrite? Se avete voglia di condividere la vostra storia, se volete conoscere nello specifico come lavoro sono disponibile al mio numero telefonico 327 7651096.