Mar, 19 Ago, 2025

Lear di Grugliasco, una speranza per i 376 lavoratori: interesse di un gruppo italo‑cinese, istituzioni e sindacati chiedono garanzie per la reindustrializzazione

Lear di Grugliasco, una speranza per i 376 lavoratori: interesse di un gruppo italo‑cinese, istituzioni e sindacati chiedono garanzie per la reindustrializzazione

Si apre uno spiraglio di speranza per il futuro dello stabilimento Lear di Grugliasco (TO), grazie alla confermata manifestazione d’interesse di un gruppo italo‑cinese che sarebbe pronto a rilanciare il sito produttivo, attualmente in crisi, con 376 dipendenti.

Nel tavolo convocato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), la proprietà di Lear Corporation – multinazionale statunitense del settore automotive – ha annunciato che la trattativa con il potenziale investitore è in fase avanzata e che l’intesa vincolante è programmata già per ottobre. L’accordo prevede la reindustrializzazione della fabbrica con una ricollocazione prevista tra 200 e 250 lavoratori.  Al tavolo presenti i vertici di Lear, la Regione Piemonte, enti locali, Sviluppo Lavoro Italia (SLI) e le associazioni datoriali. Il ministro Adolfo Urso ha ribadito che il governo seguirà attentamente la vicenda, mettendo al centro lo sviluppo industriale e la tutela occupazionale. L'assessora regionale al Lavoro Elena Chiorino, ha assicurato il proprio supporto sia per il rilancio dello stabilimento, sia per l’attuazione di politiche attive, come il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) che ha già coinvolto 361 dipendenti, di cui quasi metà ha iniziato un percorso formativo personalizzato.

La consigliera regionale Laura Pompeo (PD) che in diverse occasioni aveva portato la questione Lear su banchi di Palazzo Lascaris accoglie la notizia «con cautela ma con speranza». Dopo mesi di incertezza, infatti, questo è un momento cruciale per il rilancio economico e sociale di un territorio profondamente segnato dalla crisi dell’automotive piemontese. Pompeo chiede, a questo proposito, il pieno impegno delle istituzioni – in primis della Regione Piemonte – affinché si tutelino i livelli occupazionali e si valorizzino le competenze locali all'interno di un piano industriale credibile. Sottolinea anche l’importanza del ruolo dei sindacati (Fim‑Cisl, Fiom‑Cgil, Uilm‑Uil), fondamentali nel mantenere alta l’attenzione pubblica e istituzionale e nel richiedere trasparenza sugli incentivi, la proroga degli ammortizzatori sociali e la volontarietà nelle uscite con adeguati incentivi. 

Restano cauti i sindacati che, pur esprimendo soddisfazione per l'ipotesi di reindustrializzazione, invitano alla prudenza: l'investitore è al momento ignoto e manca ancora la firma vincolante. Un nuovo incontro è ora fissato per il 9 settembre con l’obiettivo di chiarire la solidità dell’investitore e l'evoluzione del negoziato.

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