A Borgaro, novembre ha un suono diverso. È un mese che sembra respirare più piano, come se custodisse un dolore antico e una speranza ostinata. Le strade si riempiono di passi che non vogliono dimenticare, di occhi che non vogliono più abbassarsi. Ogni anno, quando si avvicina il 25 novembre, la comunità sente salire un richiamo profondo: quello di dare voce a chi non può più raccontare la propria storia.
Ed è da questo richiamo che nasce il flash mob di domenica 23 novembre, un gesto collettivo che non è solo un evento, ma un abbraccio, un grido, una promessa.
Numeri che non sono numeri: sono vite spezzate
Il volantino diffuso dalla Consulta per le Donne Borgaresi riporta dati che non possono lasciare indifferenti: 78 femminicidi, 3 suicidi indotti, 6 casi ancora da accertare, 67 tentati femminicidi.
Ogni cifra contiene un vuoto, un’interruzione violenta, un nome che non potrà più essere chiamato.
Questi numeri hanno il peso delle storie che rappresentano. Non chiedono pietà, chiedono responsabilità. Chiedono che nessuno distolga lo sguardo.
Il flash mob: due tappe per un’unica voce
Per trasformare quel dolore in consapevolezza e presenza, la città si riunirà domenica 23 novembre 2025 in due momenti significativi: alle 10.30 il sagrato della Chiesa S.S. Cosma e Damiano sarà luogo di ritrovo e ascolto, dove la comunità darà avvio al flash mob con un gesto semplice: esserci. Una presenza che parla più di mille parole.
Alle 11.30 dalla chiesa al cuore del paese - piazza Vittorio Veneto - il grido di Borgaro arriverà in piazza. Qui si terrà la seconda parte dell'iniziativa, un momento collettivo che vuole rompere il silenzio e ricordare che la violenza non è mai un fatto privato, ma un’ombra che attraversa tutti.
L’importanza di fare rumore
Un flash mob non cambia il mondo da solo. Ma può cambiare il modo in cui lo guardiamo.
Chi partecipa lo fa per chi non c’è più, per chi ha paura, per chi combatte ogni giorno. Lo fa per dire con forza che a Borgaro, nessuna violenza passerà inosservata.
«Il silenzio è violenza. Facciamo rumore contro l’indifferenza» scrive la Consulta.
È un invito a essere presenti, a fare comunità, a trasformare l’empatia in movimento.
Il 23 novembre, Borgaro sarà un coro: unito, coraggioso, determinato. E, ogni voce, anche la più fragile, farà la differenza.

