Le cause sono ancora sconosciute, ma potrebbe esserci una predisposizione genetica
Granuloma eosinofilico. Un nome difficile, ma una patologia relativamente comune per i nostri gatti.
Il nome corretto è Complesso del granuloma eosinofilico recidivante, in quanto è una malattia dermatologica che presenta molteplici aspetti e che tende a ripetersi nel tempo.
Le diverse forme
Del granuloma eosinofilico esistono differenti forme, che possono anche coesistere nello stesso paziente oppure alternarsi, rendendo la cura di questi soggetti difficile e snervante. Troviamo infatti la normale placca eosinofilica, una lesione tondeggiante sulle zampe, sul collo o sull’addome, più o meno pruriginosa ma che i gatti tendono a leccare insistentemente.
Poi abbiamo l’ulcera indolente classica, un ulcera non sanguinante localizzata a livello delle labbra. Abbiamo quindi il granuloma lineare, che è una lesione allungata, rilevata, solitamente nel margine caudale degli arti posteriori.
Ultimo è il granuloma eosinofilico della bocca, che si localizza nelle fauci e può essere molto doloroso e impedire al gatto di alimentarsi.
La diagnosi
È una patologia che richiede esperienza nella diagnosi, e può a volte essere necessaria una biopsia per differenziarla da altre malattie cutanee.
Le cause non sono state accertate del tutto, ma possono avere un ruolo anche fattori genetici specifici e allergie, oltre ai semplici fattori stressanti.
È importante quindi individuare precocemente il problema e recarsi dal veterinario che dovrà impostare una terapia immunosoppressiva e di controllo delle possibili allergie. Anche in questo caso, come in molti altri, è importante l’utilizzo di antiparassitari e di una alimentazione adeguata, eventualmente ipoallergenica. Altrettanto importante il controllo delle patologie batteriche e fungine (micosi) che a volte accompagnano il granuloma eosinofilico.