Ad un anno dal varo 26 donne lavorano già e altre 27 stanno completando il percorso formativo
Conciliare le esigenze personali e familiari di donne che hanno difficoltà a entrare e restare nel mondo del lavoro anche per l’impegno di cura ed educazione dei figli minori che devono sostenere, contribuendo a proporre un impiego stabile e di qualità, attraverso azioni collaborative di welfare aziendale e di comunità, nell’ambito di un sistema territoriale integrato.
Questo è il progetto "TILDE -Territori che integrano Lavoro, Donne ed Educazione" promosso dall'Unione dei Comuni Net - Borgaro, Caselle, Volpiano, Leini, Settimo Torinese, San Mauro e San Benigno Canavese - con il contributo della Compagnia di San Paolo nell'ambito della call Equilibri, con l’obiettivo di conciliare vita e lavoro delle donne, coinvolgendo servizi educativi, enti del terzo settore e aziende private e, a lungo termine, creare una infrastruttura territoriale permanente.
Ad un anno di distanza si può dire con certezza che il progetto funziona come dimostrano i dati presentati oggi, giovedì 1 febbraio, a Settimo Torinese in Biblioteca Archimede. E, infatti, delle 95 donne prese in carico nel 2023, 26 sono già entrate nel mondo del lavoro (di cui 3 con contratti a tempo indeterminato e 16 con contratti a tempo determinato), mentre altre 27 stanno compiendo un percorso di studi, compresa una laurea in Pedagogia.
Che significa sostanzialmente che più di una donna su 4 è già stata inserita nel mondo del lavoro e più della metà sta portando a termine con successo il proprio percorso di formazione professionale.
L’obiettivo di conciliare le esigenze personali e familiari di donne che hanno difficoltà a entrare e restare nel mondo del lavoro anche per l’impegno di cura ed educazione dei figli minori che devono sostenere, contribuendo a proporre un impiego stabile e di qualità, attraverso azioni collaborative di welfare aziendale e di comunità, nell’ambito di un sistema territoriale integrato, è stato pienamente centrato.
Il progetto si rivolge, infatti, attraverso azioni mirate e su misura, alle donne che desiderano migliorare la propria situazione occupazionale (attraverso percorsi di empowerment, riqualificazione professionale e inserimento lavorativo) e conciliare i tempi di vita e di lavoro attraverso l’inserimento dei figli in percorsi aggregativi ed educativi di qualità. Allo stesso tempo, a partire dal lavoro sul campo, si pone l’obiettivo di strutturare risposte di rete potenziando il welfare di comunità e aziendale nei 7 Comuni che fanno parte dell’Unione dei Comuni Nord Est Torino.
«Quando amministrazioni pubbliche, fondazioni, aziende, associazioni, scuole e altri soggetti del territorio mettono in rete le loro competenze in un progetto intelligente e lungimirante come TILDE - ha spiegato il presidente dell'Unione Net e sindaco di Leini, Renato Pittalis - non possono che derivarne grandi risultati nell’immediato e in prospettiva. Stiamo aiutando concretamente decine di donne che hanno figli minori a carico e difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e, nel contempo, stiamo strutturando il nostro territorio e il nostro tessuto produttivo in modo che possa aiutarne molte altre in futuro, creando un modello replicabile per altre emergenze sociali e una buona pratica applicabile anche ad altri territori».
Ha aggiunto la sindaca di Settimo Elena Piastra «TILDE è un modello di welfare innovativo, uno degli strumenti che abbiamo sviluppato per affrontare le sfide di una società che muta. Un esempio è proprio il ruolo delle donne con figli: spetta anche alle istituzioni mettere le famiglie nelle condizioni di poter conciliare gli impegni lavorativi e quelli familiari, ampliando i servizi pubblici ovunque possibile. È un modo per riequilibrare i ruoli e consentire a tutti gli elementi della famiglia, se lo vogliono, di non rinunciare a lavorare per dedicarsi alla cura dei figli».
Ha concluso poi Marzia Sica, responsabile di Obiettivo Persone della Fondazione Compagnia di San Paolo «il progetto TILDE dimostra con i risultati che presentiamo oggi a un anno dall’inizio del progetto, come l’azione di un sistema
territoriale strutturato possa essere efficace nell’aumentare le competenze, migliorare le condizioni di occupabilità delle donne, sviluppare opportunità educative di qualità per i loro figlie e le loro figlie».