Ven, 3 Mag, 2024

Troppo o troppo presto: l'equilibrio come segnale di una vita sessuale sana

Troppo o troppo presto: l'equilibrio come segnale di una vita sessuale sana

L'eiaculazione precoce è il disturbo maggiormente presente nel maschio di tutte le età 

Nel corso di questa rubrica, spesso, abbiamo discusso di come la sessualità sia intrisa di credenze, stereotipi e clichè culturali, i quali si ripercuotono sopratutto nella differenza di genere.

A proposito di false credenze, si tende a pensare che i problemi legati alla sessualità siano a prevalenza femminile, considerate, quest’ultime, particolarmente vulnerabili e bisognose di premure.

Certo, sul bisogno di premure si è fatto tanto per sensibilizzare l’uomo a una maggiore dedizione alla donna, ma tanto bisogna ancora fare per sensibilizzare l’uomo stesso, visto da sempre come colui sempre pronto e disponibile all’accoppiamento.

Oggi voglio parlarvi di un problema strettamente maschile: l ’eiaculazione, precoce e ritardata.

L’eiaculazione precoce, l’unica ad essere riconosciuta comunemente come un problema, descrive la condizione per cui  l’eiaculazione avviene  dopo circa un minuto di rapporto coitale o prima che l’individuo lo desideri. Tale difficoltà si traduce per l’uomo come l’incapacità di accontentare la propria  partner e la paura di non essere considerato virile e prestante. Questo ha un peso non indifferente per chi ne soffre che invoglierà  a riprovare al fine di smentire per sé e per la partner la credenza per la quale ”se non vengo, non sono un vero uomo”. A causa del sistema dell’allarme  che sarà attivo, non si innescherà il sistema della sessualità, motivo per cui i tentativi andranno ad aggravare la sintomatologia fino ad evitare il sesso e, di conseguenza, all’allontanamento della partner se si viva una relazione stabile.

L’eiaculazione precoce emotivamente ha un significato molto profondo che potrebbe rappresentare la paura di coinvolgersi in una relazione, di non essere abbastanza; paura di contrarre malattie sessualmente trasmissibili.

Cosa fare? Il mio consiglio, come sempre, è di parlare con il  proprio medico per valutare eventuali condizioni fisiche (ipertiroidismo, prostatiti)  e poi di rivolgersi a uno psicologo esperto in sessualità che possa aiutare il singolo o la coppia con delle indicazioni al fine di esplorare un’intimità senza coito; passo essenziale affinché sia attivo il sistema sessualità e non il sistema allarme.

Vi è poi la credenza per la quale la donna è soddisfatta solo se il coito dura a lungo;  che si è voluti e desiderati solo se la si accontenta. Questo potrebbe portare l’uomo a essere concentrato  sulla permormace e a non al suo coinvolgimento.

Non è la durata a rendere appagante un rapporto, ma la complicità e la capacità di darsi l’uno all’altra.

Schedina serena marino

 

 

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