Lun, 9 Dic, 2024

Crisi epilettiche nel cane e nel gatto: sintomi e diagnosi. Influenzano capacità motoria e stato mentale dell’animale

Crisi epilettiche nel cane e nel gatto: sintomi e diagnosi. Influenzano capacità motoria e stato mentale dell’animale

L’epilessia è una malattia relativamente comune nei nostri animali. Nella pratica clinica è frequente imbattersi in questo tipo di patologia contro cui fortunatamente vi sono cure efficaci.

Di solito l’epilessia causa parecchio spavento la prima volta che il proprietario vede il proprio cane o il proprio gatto essere vittima di una crisi.

Tremori, incoordinazione, digrignamento, profondo irrigidimento muscolare, perdita di conoscenza, movimenti di pedalamento, vocalizzi, fino alla perdita di feci o urine sono i sintomi principali. Una crisi epilettica può durare da pochi secondi a diversi minuti, con conseguenze anche gravi a seconda della lunghezza e dell’intensità.

A volte l’animale può manifestare agitazione come preludio della crisi, mentre dopo l’episodio epilettico possiamo assistere a tutta una varietà di conseguenze, più o meno evidenti: incoordinamento, cecità, tremori, stordimento, aumento della sete o della fame, comportamenti compulsivi. Il tutto può durare qualche minuto o molte ore.

Durante la crisi la cosa più importante è mettere in sicurezza l’animale, in modo che non si ferisca durante le convulsioni. Evitare le stimolazioni (ad esempio buttare acqua o richiamare a voce alta), abbassare le luci e mantenere il più possibile la calma. Contattare il veterinario e se la crisi si prolunga oltre i 2 o 3 minuti recarsi alla struttura di riferimento.

Le crisi possono essere essenzialmente di 3 tipi

- Parziale, quando coinvolge solo un distretto corporeo, oppure non fa perdere del tutto la coscienza ed i sintomi sono più lievi 

- Generalizzata, quando i sintomi sono molto più intensi, con caduta sul lato ed irrigidimento 

- Stato epilettico e cluster epilettico, quando vi è una crisi che non termina oppure una serie di crisi più o meno intervallate.

In ogni caso è importante investigare le cause all’origine dell’epilessia (analisi del sangue e risonanza magnetica), ed impostare la terapia più adeguata, in modo da ridurre o azzerare la frequenza e l’intensità delle crisi. Molto importanti anche i controlli periodici per verificare l’adeguatezza della terapia.

Il tipo più comune di epilessia primaria  (ovvero non conseguente ad altre patologie) è l’epilessia idiopatica, che significa senza causa specifica. Alcune razze ne sono affette più di altre, come eredità genetica.

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Schedina Fontana

 

 

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