La seduta del Consiglio regionale di ieri, martedì 20 maggio si è trasformata, come era prevedibile, in un confronto politico al calor bianco. Oggetto dello scontro? L'evento di sabato scorso al Salone del Libro di Torino, dove, nello stand istituzionale della Regione, ha avuto luogo un controverso incontro pubblico, con il collettivo francese “Nemesis”, gruppo che si definisce “femminista di destra”.
La presenza di Nemesis – promossa dall’assessore regionale alle Politiche sociali Maurizio Marrone (FdI) – ha scatenato la protesta veemente delle opposizioni, che ieri in Aula hanno chiesto un’informativa urgente al Presidente della Regione Alberto Cirio e allo stesso Marrone. Nessuno dei due si è presentato. Un'assenza definita “ingiustificabile” da più gruppi consiliari.
Le accuse delle opposizioni
Il Movimento 5 Stelle, per voce dei suoi consiglieri, ed in particolare della presidente Sarah Disabato, ha definito l'incontro una “vergogna senza precedenti” denunciando come lo spazio istituzionale della Regione sia stato trasformato in «una passerella propagandistica dell'assessore Marrone e più in generale della destra» in cui «sono state fatte affermazioni xenofobe e pericolose» che attribuiscono agli stranieri la responsabilità della violenza sulle donne.
Sarah Disabato e Alberto Unia (M5S)
«Legare il tema della violenza di genere ai fenomeni migratori – ha dichiarato Disabato – è scorretto e pericoloso. La cronaca italiana parla chiaro: i femminicidi sono commessi, nella stragrande maggioranza dei casi, da uomini italiani». Il M5S ha inoltre annunciato una segnalazione al Corecom per presunte violazioni della normativa sulla par condicio elettorale, vista la vicinanza con il referendum dell’8 e 9 giugno.
Anche le consigliere Alice Ravinale, Valentina Cera e Giulia Marro (AVS) hanno condannato con fermezza l’episodio, definendo «offensivo e irricevibile» l’uso propagandistico della violenza di genere. Hanno inoltre stigmatizzato i toni islamofobi espressi, a loro dire, da alcune consigliere di Fratelli d’Italia durante il dibattito in Aula.
Alice Ravinale (AVS)
«È inaccettabile – ha detto Ravinale – che si usino concetti come ‘far sparire le donne sotto un velo’ per fomentare paure e pregiudizi. Si tratta di un razzismo ormai divenuto istituzionale con il silenzio-assenso della maggioranza».
Il collettivo Nemesis e il contesto del Salone
Il collettivo Nemesis è noto a livello europeo per le sue posizioni controverse. Si definisce “femminista” ma concentra le sue campagne contro l’immigrazione, sostenendo che gli stranieri rappresentino la minaccia principale per la sicurezza delle donne. Tesi che, secondo l’opposizione, configurano veri e propri discorsi d’odio, sanzionabili penalmente.
Durante l'evento al Salone del Libro, che ha avuto il patrocinio dell’assessorato guidato da Marrone, sarebbero stati pronunciati espliciti elogi alla premier Meloni, alla leader francese Le Pen, e inviti “a votare bene”, elementi che, secondo le opposizioni, avrebbero trasformato l’iniziativa in «una fiera elettorale di bassa lega».
Silenzi e tensioni in Aula
La mancata presenza di Cirio e Marrone all'informativa richiesta in Aula ha contribuito a infiammare ulteriormente la tensione. «Marrone si dedica alla propaganda ma fugge dal confronto politico – ha attaccato Alberto Unia (M5S) –. Una codardia istituzionale che dimostra quanto l'evento fosse inopportuno».
Nessuna dichiarazione ufficiale è arrivata al momento da parte del Presidente Cirio, mentre l’Assessore Marrone ha evitato di intervenire nel dibattito, alimentando l’ira dei consiglieri di centrosinistra e M5S.
Le consigliere di Fratelli d'Italia
La difesa di Fratelli d’Italia
A intervenire in difesa dell’evento e del collettivo francese sono state le consigliere regionali di Fratelli d’Italia, Alessandra Binzoni, Daniela Cameroni, Federica Barbero, Marina Bordese, Paola Antonetto e Silvia Raiteri che hanno ribaltato le accuse puntando il dito contro quella che definiscono «l’ipocrisia della sinistra».
«La testimonianza delle femministe del Collettivo francese Nemesis – affermano – ha squarciato il velo sull’impatto dell’immigrazione incontrollata, in particolare per la sicurezza e i diritti delle donne nelle periferie urbane».
Per FdI, la sinistra sarebbe colpevole di un “doppiopesismo inaccettabile” nel trattare i casi di violenza: «Si parla solo se l’aggressore ha il volto giusto – bianco, eterosessuale e italiano – ma se è un immigrato clandestino, il problema diventa chi lo fa notare».
Le consigliere hanno poi difeso le posizioni espresse durante il convegno “Periferie e Metropoli, la sicurezza è donna”, sempre al Salone, sostenendo che «il patriarcato più opprimente è quello radicato nelle famiglie di cultura islamica» e che «le testimonianze di Nemesis sono autentiche e rispecchiano situazioni già evidenti anche in molte città italiane».
Infine, concludono: «La difesa dei diritti delle donne non ammette ambiguità. L’immigrazione illegale porta con sé pericoli concreti. Se qualcuno si indigna, ce ne faremo una ragione».

