Gio, 5 Dic, 2024

Torino, Villa Scott: l'angosciante casa di "Profondo Rosso". Il fascino che conquistò Dario Argento

Torino, Villa Scott: l'angosciante casa di "Profondo Rosso". Il fascino che conquistò Dario Argento

Uno dei capolavori architettonici di Pietro Fenoglio che a fine '800 rese Torino capitale italiana del liberty

Torino è considerata una delle capitali italiane dello stile liberty, che fiorisce tra l’ultimo ventennio dell’Ottocento e la Prima Guerra mondiale.

La maggior parte degli edifici in stile di liberty di Torino è attribuita all’ architetto Pietro Fenoglio, tra cui Villa Scott, in Corso Giovanni Lanza 57.

Si tratta di un capolavoro architettonico che emerge nel quartiere Cavoretto in prossimità di Borgo Po, commissionato dall’amministratore delegato di una famosa industria automobilistica dell’epoca, Alfonso Scott. Dopo la sua morte, la gestione della struttura fu affidata alle suore della Redenzione che vi allestirono il collegio femminile villa Fatima. Solo inseguito, diventò una residenza privata.

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La costruzione racchiude i tratti distintivi del liberty torinese, dimostrandone prima di tutto la caratteristica di stile d’arte totale, che caratterizza ogni dettaglio dell’edificio. I richiami sono presenti nello schema della pianta ad “L” che riguarda l’angolo della costruzione, che diventa il lato principale a discapito della tradizionale facciata rettilinea.

La struttura fu arricchita con l’inserimento dei bovindi, balconi verandati dove, approfittando di luminosità ed una temperatura adeguate, veniva generalmente collocato il salotto. Ma l’elemento principale e rappresentativo vero e proprio del liberty consiste nella decorazione floreale che addobba la villa e si abbina perfettamente col verde circostante. La rappresentazione degli elementi del mondo naturale negli edifici in stile liberty rispecchia la volontà della borghesia di rifugiarsi nella raffigurazione surreale, pittoresca e vagheggiata della natura per sfuggire alla radicale trasformazione che riguardò Torino nella seconda metà dell’Ottocento.

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Infine, l’occhio è attirato dal fascino delle forme sinuose presenti nelle decorazioni dei ferri battuti e delle piombature dei vetri, e dal fastigio, elemento altamente decorativo che appare come coronamento ed è posizionato in corrispondenza del tetto per nasconderne le tegole.

È un luogo talmente bello ed irresistibile che nel 1974 il regista Dario Argento lo scelse per girarvi alcune scene del suo celebre film “Profondo rosso” (poi uscito nelle sale nel 1975), restituendo in un certo senso l’aspetto macabro della villa. Nel film il regista colloca l’abitazione nelle campagne che circondano Roma, dove il protagonista Marc, interpretato da David Hemmings, trova il cadavere ed il piano del suo assassinio sotto l’intonaco.

profondo rosso

Vi ricordate delle suore della Redenzione che in quel periodo alloggiavano nella villa? Andarono in villeggiatura a Rimini con le loro collegiali a spese della produzione!

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