Con l'approssimarsi della Giornata Mondiale contro l'Omofobia, la Diocesi di Torino, in collaborazione con il gruppo di cristiani LGBT+ "Il Pozzo di Sicar", il Tavolo Diocesano per la Pastorale con le Persone Omosessuali "Alla luce del Sole" ed il Gruppo Maranatà, ha celebrato, presso la chiesa del Corpus Domini (costruita nell’attuale via Palazzo di Città per celebrare il miracolo eucaristico di Torino del 1453) nella serata di martedì 13 maggio, una veglia di preghiera per il superamento dell'Omofobia aprendo le sue porte a tutta la cittadinanza.
Presieduta dal Vescovo ausiliare monsignor Alessandro Giraudo, la veglia è stata caratterizzata dalla lettura degli episodi di omofobia registrati quest'anno accompagnata da “Erbarme Dich” dalla Passione Secondo Matteo di Bach, eseguita da Natalie Lithwich (mezzosoprano, Russia), con Emirhan Özeser (violino, Marocco) e Giulio Salan (organo, Italia) in una suggestiva atmosfera realizzata tra luci e ombre. Si sono alternate letture tratte dal progetto “Cronache di ordinaria omofobia”: un lavoro minuzioso, attento e prezioso che Massimo Battaglio, osservatore nazionale dell’omofobia, sta coordinando dall’ottobre 2012 con l’aiuto di alcuni volontari e che ha permesso la creazione di report sulla violenza omotransfobica in Italia incrociando più fonti (tra cui giornali, rapporti delle forze dell’ordine e associazioni).
Battaglio sarà ospite a Caselle, grazie al lavoro messo in campo dalla Commissione Pari Opportunità e per la promozione della Legalità, domani sera, venerdì 17 maggio, nella sala consiliare alle 21. Sarà possibile ascoltare la sua testimonianza ed il suo lavoro. Con lui Gianni Roggero, rappresentante delle famiglie AGedO, l'Associazione Genitori di Omosessuali Onlus, nata nel 1992 e formata da famiglie LGBT che condividerà una testimonianza: sarà un’ottima occasione per interagire e confrontarsi.
Occorre riflettere sul fenomeno ricordando che l’omofobia è un sentimento di avversione, privo di giustificazioni secondarie, nei confronti di persone o comportamenti omosessuali e bisessuali, che può sfociare in azioni e gesti discriminatori o aggressivi sia nell’immediato sia per periodi più lunghi. Le testimonianze condivise nella serata di preghiera hanno messo in luce il fenomeno, mettendo in risalto le discriminazioni ed il senso d’isolamento che un essere umano è costretto a subire. Insulti, ingiurie, violenze fisiche e psicologiche tante e tali da sfociare in alcuni casi in suicidio o omicidio. Ogni essere umano merita rispetto e la valorizzazione della propria integrità.
A tal proposito ricordiamo che il 17 maggio (data in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità eliminò l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali) si celebra la Giornata internazionale contro l’Omofobia istituita nel 2007 dall’Unione Europea proprio per condannare le discriminazioni che ancora moltissime persone sono costrette a subire sulla base del loro orientamento sessuale. L’Omofobia ha caratteristiche dannose che l’estremismo può portare alla violenza. Il termine Omofobia deriva dal greco homos (“stesso medesimo”) e phobos (“paura”) e significa “avversione ossessiva per gli omosessuali e l’omosessualità”. L’Unione Europea la considera analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo.
Martedì sera 200 persone hanno risposto a tanto odio riempiendo la Chiesa del Corpus Domini e pregando. I partecipanti alla serata, invitati dagli organizzatori, hanno scritto una preghiera di speranza e di luce su un biglietto ricevuto all’inizio della serata in cui era riportato il nome di una vittima di Omotrasfobia (di cui si è data testimonianza per il suo percorso di vita): il biglietto è stato poi portato all’altare e depositato in un cestino davanti alla croce e al Cero Pasquale ed ogni partecipante ha ricevuto una candela simbolo della luce da portare nel proprio cammino contro le tenebre, l’odio e l’Omofobia. L’Amore può sempre vincere sull’odio.