Sab, 2 Ago, 2025

Centri antiviolenza a rischio stop, Valle (PD) accusa la Regione: “Il Piemonte resta immobile mentre altre Regioni agiscono”

Centri antiviolenza a rischio stop, Valle (PD) accusa la Regione: “Il Piemonte resta immobile mentre altre Regioni agiscono”

Centri antiviolenza e Case rifugio a rischio chiusura in Piemonte. L’allarme arriva dal consigliere regionale del Partito Democratico Daniele Valle, che accusa la Giunta Cirio di immobilismo e scarso interesse verso una rete di protezione fondamentale per le donne vittime di violenza.

«La Regione non può limitarsi ad attendere che qualcuno dall’alto risolva il problema – attacca Valle –. Da settembre 2025, diverse strutture piemontesi rischiano di interrompere le attività per mancanza di requisiti normativi aggiornati. Ma dalla Giunta nessun piano, solo vaghe ipotesi».

Il nodo riguarda l’adeguamento ai nuovi requisiti minimi previsti dalla normativa nazionale per Centri antiviolenza e Case rifugio. In assenza di un intervento regionale mirato, molte strutture non potranno più operare, con conseguenze pesantissime sia sul piano occupazionale che sociale.

«L’impatto sarebbe devastante – avverte il consigliere dem – cooperative ed enti costretti a riorganizzarsi in fretta, donne costrette a lasciare le strutture, competenze e professionalità che rischiano di andare disperse. Lombardia ed Emilia-Romagna si sono già attivate aprendo tavoli di confronto con il Terzo Settore. Il Piemonte, invece, resta fermo al palo».

Dalla risposta dell’assessore regionale competente, secondo Valle, emerge una posizione «preoccupantemente passiva»: si parla solo di possibili modifiche normative, senza un vero percorso condiviso con i soggetti coinvolti. Nessuna garanzia, nessuna strategia. «Il rischio è che a settembre ci si trovi con metà delle strutture ferme e con donne fragili senza un posto dove andare – incalza Valle –. E la Regione? Si limita a sperare che il problema si risolva da solo. Un atteggiamento pilatesco e irresponsabile. Mi aspettavo ben altro dalla Giunta Cirio».

Una denuncia che suona come un monito: senza un intervento tempestivo, il Piemonte potrebbe trovarsi a fare i conti con un’emergenza silenziosa, ma devastante, nel settore della tutela delle donne. E questa volta, nessuno potrà dire di non essere stato avvisato.

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