Un compleanno speciale per il Comune di San Carlo Canavese. Nel resoconto storico del Cavalier Alessandro Mella, sancarlese, noto scrittore e divulgatore storico, si può ripercorrere un significativo viaggio attraverso il tempo, per celebrare un traguardo ricco di storia, valori e identità.
Domani, sabato 17 maggio, la comunità si appresta a celebrare un anniversario speciale: il centottantesimo compleanno del suo "nome". Era un periodo di grandi cambiamenti, gli anni dell'Ottocento, quando i primi venti del Risorgimento iniziavano a farsi sentire in tutta la penisola. A Torino regnava Carlo Alberto, il sovrano sabaudo che poi avrebbe preso la via dell'esilio dopo la sconfitta di Novara. Proprio a lui si rivolsero gli abitanti della Vauda di Ciriè, con una sentita richiesta: poter cambiare il nome del loro borgo in "San Carlo", in onore del loro amato patrono.
Le parole del sovrano nel decreto reale del tempo risuonano ancora oggi con la solennità di un momento storico: «La Comunità di Vauda di Ciriè ci ha supplicati perché in sostituzione dell’attuale suo nome le sia da Noi dato quello di Comunità di San Can Carlo, che è il nome del santo Patrono della nuova sua parrocchia. Risultando dalle informazioni che Ci furono a tal proposito rassegnate che l’attuale nome della stessa Comunità ha dato luogo a sbagli, facendola credere una semplice frazione della vicina Comunità di Ciriè, Ci siamo di buon grado disposti a secondare la fattaci istanza. Epperò per le presenti di nostra certa scienza e Regia Autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio di Stato, abbiamo ordinato, ed ordiniamo che la Comunità di Vauda di Ciriè prenda d’or innanzi il nome di Comunità di San Carlo».
Questo decreto rappresentò un significativo passo avanti per una comunità con radici storiche profonde, animata dal forte desiderio di affermare una propria identità distinta e indipendente dal vicino centro di Ciriè, con cui spesso veniva confusa. Ma la storia del nome non si fermò qui. Alcuni anni dopo, il 26 marzo 1903, un altro esponente di Casa Savoia, Vittorio Emanuele III, insieme al primo ministro Giovanni Giolitti, decretò un ulteriore cambiamento: da San Carlo di Ciriè, il paese assunse la denominazione di San Carlo Canavese, sottolineando il suo legame con il territorio del Canavese.
Tuttavia, questa conquista identitaria fu temporaneamente oscurata durante il periodo fascista, che soppresse questa specificazione. Ma lo spirito dei sancarlesi non si piegò. Dopo aver partecipato con coraggio alla lotta per la Liberazione Nazionale, nel 1946 la comunità si riappropriò del suo nome e della sua distinta identità. E la firma che sancì la ricostruzione del comune indipendente fu nientemeno che quella di Alcide De Gasperi, una figura centrale della storia italiana.
Questo racconto ripercorre le tappe fondamentali di un percorso identitario, segnato dalla volontà di una comunità di affermare la propria autonomia e il proprio legame con la storia e le tradizioni del suo territorio. La celebrazione del 17 maggio è quindi un omaggio a questa tenacia e a una storia che continua a evolversi.