Carenza di personale, lunghe liste d'attesa, turni massacranti sono stati i temi portati all'atttenzione dal sindacato
Una campagna che punta l’attenzione alle necessità del comparto sanitario, è partita nella mattinata di mercoledì 3 aprile da Torino all'ospedale Molinette e attraversa il Piemonte. Giovedì 4 aprile è arrivata a Venaria Reale al Polo Sanitario perproseguire poi a Rivoli e Susa. Nei prossimi giorni si estenderà anche a livello nazionale.
«Il polo Sanitario di Venaria raccoglie tanti comuni e le lunghe liste di attese si ripercuotono sul personale - raccontano i delegati sindacali - Le prestazioni normali come per l’oculista hanno tempi di attesa che vanno ben oltre sei mesi. Il punto di primo soccorso è aperto 12 ore e dobbiamo garantire un servizio di qualità. Mancano Oss, infermieri e personale amministrativo. Questo quadro generale si può ribaltare su tutto il territorio nazionale. Il nostro polo fa 160 prelievi al giorno di pazienti provenienti anche da Torino. Dove il personale c’è le cose funzionano. Se manca il personale le cose non possono funzionare, a maggior ragione se teniamo anche in considerazione che l’età media raggiunta dai nostri lavoratori è sopra i cinquant’anni. E, ancora dobbiamo capire come verrà riorganizzato con i fondi del PNRR, il reparto che era stato chiuso».
Questo è il quadro generale denunciato dai delegati della Cigl Venaria Reale in occasione della campagna “Sanitari, curiamoci di noi. Un viaggio attraverso la sanità che siamo per costruire la sanità che vogliamo” promossa da FP CIGL Piemonte.
Le necessità sono duplici e la Regione Piemonte ha approvato un piano che prevede 2.000 assunzioni ma «questo è un punto di partenza e non di arrivo - spiega Michele Vannini, segretario nazionale della Fp CGIL -. In queste giornate vogliamo puntare i riflettori sullo stato attuale della sanità ascoltando i lavoratori, a livello locale per portare tutte le loro istanze al tavolo nazionale. E poi vogliamo ribadire che ci sono carichi di lavoro usuranti, i tagli alla sanità e di conseguenza contratti che non si rinnovano perché non ci sono le risorse adeguate. Tutto il personale è messo a rischio in quanto persone che attuano il diritto alla sanità pubblica. Un diritto che vogliamo continuare a garantire, ma servono almeno 5- 6 mila assunzioni e un adeguato tetti di spesa».