La crisi occupazionale della Denso Thermal Systems di Poirino è il nuovo campanello d’allarme per il settore automotive piemontese. Dopo mesi di difficoltà nel comparto, lo stabilimento della multinazionale giapponese Denso Corporation ha annunciato 180 esuberi su 700 dipendenti, motivando la decisione con un calo del 35% delle commesse.
Un dato drammatico che riflette la fase di transizione industriale verso la mobilità elettrica, ancora priva di una strategia condivisa e sostenibile.
Laura Pompeo (PD)
Pompeo (PD): “Serve una strategia regionale per salvare i lavoratori”
La consigliera regionale del Partito Democratico, Laura Pompeo, ha presentato un’interrogazione in Consiglio regionale chiedendo «quali azioni la Regione intenda intraprendere per gestire la crisi Denso Poirino e con quali tempistiche».
Pompeo propone inoltre di aprire un tavolo permanente con il MIMIT e la proprietà aziendale per salvaguardare i posti di lavoro e delineare un piano industriale sostenibile.
«La Denso – dichiara Pompeo – è un presidio produttivo strategico per il territorio. Serve una strategia regionale di lungo periodo che accompagni la riconversione del settore automotive e valorizzi le competenze locali. La transizione ecologica non può essere una resa: deve essere un’opportunità governata con visione e responsabilità».
Alessandra Binzoni (FdI)
Binzoni (FdI): “La crisi dell’automotive è figlia del Green Deal europeo”
Sul fronte opposto, la vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Binzoni, punta il dito contro Bruxelles e contro chi ha sostenuto le politiche del Green Deal europeo.
«È inutile fingere stupore – afferma Binzoni –. La crisi dell’automotive piemontese è il risultato di una politica verde folle, approvata da centrosinistra e 5 Stelle. Si è deciso di abbandonare i motori termici, dove l’Italia era leader mondiale, per una transizione elettrica priva di infrastrutture e di domanda reale. Un errore strategico che stiamo pagando oggi».
Binzoni difende invece la linea del Governo Meloni, impegnato «a rivedere le regole europee che hanno favorito i produttori cinesi, capaci di invadere il mercato con auto a basso costo grazie alle sovvenzioni di Pechino».
Denso simbolo della crisi del lavoro in Piemonte
Oltre la polemica politica, restano i numeri: 180 lavoratori Denso a rischio licenziamento, con pesanti ricadute economiche e sociali per Poirino e per l’intera provincia di Torino.
La Denso Thermal Systems non è solo un’azienda: è una colonna portante della componentistica automobilistica piemontese, parte di una filiera che da decenni alimenta l’economia locale e nazionale.
Oggi, quella stessa filiera rischia di sgretolarsi sotto il peso della transizione industriale mal gestita, tra investimenti incerti, domanda altalenante e competizione globale crescente.
Transizione o resa? Il futuro dell’automotive piemontese
Mentre istituzioni e partiti si rimpallano accuse, i lavoratori Denso attendono risposte concrete.
Il Piemonte, cuore storico dell’automotive italiano, rischia di pagare a caro prezzo un processo di riconversione industriale che, se non governato, potrebbe trasformarsi in una lenta desertificazione produttiva.
La crisi Denso Poirino è solo l’ultimo segnale: o si costruisce un piano di rilancio coordinato per l’automotive piemontese, oppure i 180 esuberi rischiano di essere solo l’inizio di una lunga serie.

