E' una sentenza destinata a segnare un punto di svolta. La Corte Costituzionale ha stabilito, infatti, nei giorni scorsi, il diritto al riconoscimento alla nascita per i figli e le figlie delle coppie di madri, colmando un vuoto giuridico che da tempo lasciava scoperti centinaia di bambini nati in famiglie omogenitoriali.
«È una decisione storica, che tutela finalmente i diritti fondamentali di questi minori - esulta la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Sarah Disabato - garantendo loro non solo un'identità legale, ma anche protezione e stabilità familiare. Oggi, finalmente, vincono i diritti».
Il cammino verso questo risultato è cominciato anni fa, a Torino, dove l’allora sindaca Chiara Appendino aveva avviato il riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali. Un’azione pionieristica condotta insieme al supporto del Torino Pride, delle Famiglie Arcobaleno e della Rete Lenford, che aveva sfidato un quadro normativo ancora incerto e spesso ostile.
«Questa è una vittoria dei bambini, non delle ideologie - aggiunge Disabato - È un passo in avanti verso un’Italia più giusta, più umana». Ma non mancano gli appelli alla cautela: il percorso verso la piena parità è tutt’altro che concluso. Resta infatti aperto il nodo del riconoscimento dei figli di tutte le coppie omogenitoriali, comprese quelle maschili, e delle donne single che desiderano diventare madri attraverso la fecondazione assistita, a cui viene tuttora negato l’accesso in Italia.
«Oggi possiamo festeggiare, ma con lo sguardo già rivolto alle prossime battaglie», è il messaggio di Disabato che considera questa sentenza un punto di partenza, non di arrivo «La Consulta ha scritto un capitolo importante, ma il libro dei diritti è ancora da completare».