La nuova tassazione sulle borse di ricerca post-laurea rischia di diventare una mazzata per centinaia di giovani studiosi piemontesi. A denunciarlo è la consigliera regionale del Partito Democratico, Laura Pompeo, che ha presentato un’interrogazione alla Giunta sulla legge entrata in vigore lo scorso 7 giugno.
La norma ha abolito l’esenzione IRPEF per le borse di ricerca e confermato l’onere dell’IRAP a carico degli atenei. Un cambiamento che, secondo Pompeo «colpisce il merito, scoraggia il talento e compromette la competitività dei nostri atenei».
La consigliera Pd sottolinea come le conseguenze per i giovani ricercatori siano pesantissime: «Si ritrovano con un reddito netto ridotto fino al 30%, senza alcuna tutela previdenziale o assistenziale. È una situazione paradossale: si tassano come lavoratori dipendenti, ma non si riconoscono loro i diritti di chi lavora».
Un problema che rischia di avere effetti sistemici, soprattutto in una regione come il Piemonte, riconosciuta a livello internazionale per i suoi poli di eccellenza nella medicina, nell’ICT e nelle scienze della vita. «Se non si interviene subito – avverte Pompeo – si rischia di alimentare la fuga dei cervelli verso Paesi con sistemi fiscali più equi».
Nella sua interrogazione, Pompeo chiede alla Regione di «avviare azioni legislative urgenti per alleggerire l’onere dell’IRAP, valutando un’esenzione o un meccanismo di rimborso per gli atenei piemontesi; predisporre misure finanziarie straordinarie per garantire che i fondi destinati alla ricerca non vengano erosi dalle nuove imposizioni; farsi portavoce, sia in sede di Conferenza Stato-Regioni sia attraverso un confronto diretto con università e ricercatori, per promuovere una riforma più equa del sistema di tassazione e un pieno riconoscimento dei diritti dei borsisti».
«La ricerca non è un lusso, ma un investimento – conclude la consigliera Pd –. Tassare chi la fa significa indebolire il futuro del nostro territorio. Continueremo a batterci per una Regione che valorizzi il sapere, il merito e la dignità del lavoro scientifico».