Ci sono vicende destinate a non avere un lieto fine, comunque vadano a concludersi. Quella di Volpiano è una di queste che vede contrapposte due fazioni. Da un lato, un gruppo rom che ha acquistato un terreno agricolo lungo via Circonvallazione e che, come spesso accade, ha realizzato un campo abusivo e su quel terreno ci ha pure installato un generatore di corrente a gasolio che, specie nelle ore notturne, produce un rumore assordante. Dall'altro, una trentina di famiglie esasperate da tempo per l'inquinamento acustico che impedisce loro di riposare. In mezzo, il Comune, stretto tra legalità e necessità umanitarie, impossibilitato finora a trovare una soluzione definitiva.
Il nodo della questione sta proprio in quel generatore, la cui presenza è motivata dalla necessità di conservare un farmaco salvavita in frigorifero per una ragazza del campo, affetta da una grave patologia. Nel campo, inoltre, vivono anche due minori, tra cui una bimba di neppure un anno. La presenza di queste persone vulnerabili ha complicato l'applicazione dell'ordinanza comunale che, pur riconoscendo l'abuso edilizio, non ha portato finora ad un intervento risolutivo.
I residenti della zona, esasperati dalla situazione, hanno raccolto firme, si sono rivolti a un avvocato e hanno persino chiesto l'intervento del Prefetto.
«Così non si può più andare avanti – spiegano - Da un anno e mezzo, ogni notte, è la stessa storia. Il rumore è insopportabile, come avere un trattore acceso sotto casa. Con l'estate sarà anche peggio. Siamo lavoratori, paghiamo le tasse, abbiamo fatto sacrifici per avere una casa nostra: abbiamo il diritto di dormire. Il sindaco deve trovare una soluzione».
La soluzione più semplice sarebbe l'allacciamento alla rete elettrica, eliminando così la necessità del generatore. Tuttavia, la presenza di un abuso edilizio impedisce la regolarizzazione dell'utenza. E come potrebbe... Nel frattempo, è stato richiesto l'intervento dell'ARPA, che ha già effettuato le rilevazioni fonometriche e sebbene la relazione ufficiale non sia ancora disponibile, le prime informazioni ufficiose confermerebbero il superamento dei limiti di legge: tra le 22 e le 24 sono stati registrati 60-65 decibel, a fronte dei 40 previsti dalle normative. Se questo dato sarà confermato dalla relazione che l'ARPA consegnerà al Comune: è inquinamento acustico senza ombra di dubbio!
Il sindaco Giovanni Panichelli il problema lo conosce molto bene e spiega: «la nostra Amministrazione da sempre si è caratterizzata attraverso una grande propensione al supporto delle persone fragili e dei nuclei in difficoltà. In questo senso il Comune si è sempre adoperato di concerto con i servizi territoriali competenti affinché il supporto fosse sempre il più possibile efficace nel dare risposte ai vari bisogni. Ed è opportuno questo dirlo perché su quel terreno sono presenti dei minori e più in generale delle persone con particolari fragilità. Tuttavia va pure detto che nel caso di specie siamo di fronte ad un abuso edilizio realizzato su un terreno agricolo già preso in carico dagli uffici comunali e che ha portato nel corso del tempo all’emissione di un’ordinanza di rimozione degli abusi e un’ordinanza sanzionatoria nei confronti del proprietario. Entrambe disattese».
A questo poi si è aggiunto, però, pure l’utilizzo di quel generatore rumoroso «che sta creando ingiustamente molta sofferenza a numerose famiglie residenti - aggiunge il sindaco - ed è proprio a tutela del diritto alla quiete di questi cittadini che abbiamo provveduto a richiedere all’ARPA una rilevazione del rumore prodotto dal generatore, i cui esiti dovrebbero arrivare in questi giorni. Pertanto, anche in funzione dell’esito della rilevazione, il Comune è pronto ad intraprendere tutte le iniziative che la legge prevede per garantire la tutela della salute di tutti e non ultimo per il ripristino della legalità».
Il caso di Volpiano si inserisce in un contesto più ampio di conflitti tra diritti e doveri, tra esigenze di legalità e principi di umanità. La comunità locale chiede legittimamente il rispetto per le regole e la propria tranquillità, mentre il gruppo rom reclama il diritto alla sopravvivenza e alla salute. Come finirà questa storia non è facile prevederlo.