Lun, 29 Apr, 2024

A Rivoli, una serata con Aldo Cazzullo nella Roma imperiale che non ti aspetti ma che piace

A Rivoli, una serata con Aldo Cazzullo nella Roma imperiale che non ti aspetti ma che piace

Presentato dall'unitre cittadina, alla presenza dell'autore, l'ultima fatica letteraria dell'autore e giornalista

Mercoledì 15 novembre, il giornalista, saggista e commentatore politico Aldo Cazzullo è stato invitato dall’Università della Terza Età di Rivoli per presentare la sua ultima fatica letteraria dal titolo “Quando eravamo i padroni del mondo”.

Ovviamente la sala consiliare del Comune, situata in uno splendido palazzo settecentesco posto al centro di questa caratteristica ed importante città alle porte di Torino, stracolma di persone in attesa di sentire dalla viva voce dell’autore la descrizione del suo libro, già prima delle 21 registrava il tutto esaurito.

La direzione di questa bella realtà rivolese che è da sempre un centro di eccellenza culturale nell’ambito delle Unitre piemontesi, non poteva scegliere un momento migliore per invitare, in occasione della rassegna “Incontri con l’autore”, un personaggio del giornalismo italiano, che ultimamente, oltre ai consensi ottenuti come corretto professionista dell’informazione su carta stampata e volto televisivo nei dibattiti politici, grazie anche alla trasmissione televisiva a carattere storico “Una giornata particolare”, è riuscito a catalizzare l’attenzione di milioni di telespettatori, su diverse vicende storiche spiegate al pubblico nello spazio di una serata, dimostrando capacità di sintesi ed una eccezionale padronanza storico-culturale capace di attrarre l’attenzione del telespettatore su temi molto complessi, che però grazie alla sua esperienza di grande comunicatore, riesce a divulgare con inconsueta semplicità, riuscendo nel difficile compito di spiegare passaggi storici complessi, rendendoli di facile comprensione grazie alla sobrietà tipica di chi desidera farsi comprendere senza giri di parole. il risultato finale è la scoperta di un raffinato storico che interpreta viaggi temporali diversissimi tra di loro, con una semplicità disarmante.

Ero curioso, lo ammetto, di conoscere di persona questo volto noto del panorama giornalistico nazionale, anche perché vedere dal vivo la persona risulta sempre una sorpresa, in quanto il tubo catodico, non sempre, rende giustizia al soggetto in questione. e, infatti, è stato ancora una volta così.

Alle 21,20 è arrivato 'puntualmente' in ritardo come tutti i personaggi famosi che amano farsi attendere, ma questa volta l’ego personale non c’entra nulla. Semplicemente è stato imbottigliato dal traffico che scorre lento e sinuoso nell’antica arteria che collega la Francia alla capitale sabauda, dopo aver presentato il testo nel pomeriggio al Circolo dei Lettori di Via Bogino nel bel mezzo di Torino .
Quando appare in pubblico, la presentatrice e giornalista della Stampa Chiara Priante, avvistato lo scrittore nell’atrio del Palazzo Comunale, da alcuni secondi ha iniziato la presentazione della serata. Cazzullo fa capolino in sala, saluta il pubblico presente che si scioglie in un convinto applauso verso questo signore di mezza età, distinto, calmo, vestito di un completo azzurro sabaudo con cravatta blu, occhiali fini che nascondono due occhi piccoli e penetranti, curiosi, che denotano una arguta predisposizione ad ascoltare ed osservare per poter affrontare qualunque cosa gli possa apparir davanti e qualsiasi domanda che gli possa essere posta.

Mi piace, si mi piace notevolmente come si presenta, tranquillo di una sicurezza che denota padronanza di una materia che noi ignoriamo, ma che lui sa di possedere. E' semplicemente un educato ed intelligente galantuomo di vecchio stampo piemontese che si presenta davanti ad un pubblico eterogeneo, forte delle sue origini, quindi non poca cosa e per di più sa di giocare in casa, in quella antica contrada rivolese che da sempre custodisce la Sacra di San Michele con lo sguardo protettivo di una madre apprensiva.

Alla sua sinistra prende posto l’attrice Marianna Jensen che racconterà alcuni brani del libro, intervallando il racconto dell’autore che negli intermezzi si concede un sorso d’acqua.

Mi piace questo Aldo, che nasce ad Alba con un cognome borbonico che lui spiega subito al pubblico, mi piace perché prima di parlare del grande impero di Roma, saluta i presenti narrando il suo piccolo Piemonte e lo fa diventare grande come meriterebbe essere ricordato dalla storia e dagli storici. Ci fa sentire partecipi di un tempo che fu, senza il quale, forse, saremmo poca cosa.

Sì, sono contento di essere presente, in alto, in cima al gruppo silente ed attento che ascolta le parole di quest’uomo elegantemente calvo, che non gesticola con le mani per assecondare il discorso, ma guarda dritto negli occhi l’interlocutore che convince delle proprie tesi senza che l’altro se ne accorga. Sta in piedi di fronte alla gente seduta che lo ascolta, segno di grande educazione ed intelligente interpretazione di un ruolo che lo vede protagonista, senza aver bisogno di un soppalco da teatrante. E' persona vera, non finge, in particolare quando inizia a parlare del suo libro, dove c’è un po' di tutto quello che serve agli italiani di oggi per convincerli a leggere un libro di ieri.

Tanta storia, molto antico gossip, notevoli paragoni con realtà e personaggi del mondo odierno, da Elon Musck a Jeff Bezos, da Salvini a Mark Zucherberg, dal “Gladiatore” del regista Ridley Scott, passando a Massimo Decimo Meridio interpretato da Russel Crowe e la sua famosa frase finale sussurrata in punto di morte al centro del Colosseo «c’era un sogno che era Roma», arrivando alla scena finale del mitico film “Spartacus”, dove tutti i gladiatori catturati dai romani si dichiarano chiamarsi come il loro capo militare per non tradirlo e tutti vengono crocifissi. Pure Kirk Douglas che, nella finzione cinematografica imperiale romana muore, ma che in realtà riuscirà a spegnere 103 candeline nella vita vissuta.

Quando Cazzullo inizia a parlare di Cesare, delle sue avventure galanti, delle sue amanti e dei suoi “mariti”, delle libertà sessuali di una "democratica Roma molto sensuale e poco imperiale", di un patrizio che volendo punire uno schiavo sconosciuto che aveva approfittato delle grazie di una moglie vogliosa, fece uccidere tutti i suoi 400 schiavi, giusto per andare sul sicuro, mi sono chiesto che tipo di democrazia veleggiasse spensierata sui colli di Roma.
Per non parlare di Bruto che durante l’attentato a Cesare, gli sferrò un colpo mortale all’inguine, quasi per punire il punto del corpo umano che custodiva l’arma fatale della sua procreazione. Leggendo il brano, non nascondo un brivido pensando a quanti offesi “Bruto”, avrebbero potuto far scempio del “Cavaliere”, colpevole di lussuriosi “bunga- bunga” . 

A parte le battute, ho letto il libro e mi piaciuto, un pò come l’autore, che mi ha fatto una gran bella impressione, più di quanto mi sarei immaginato.

La serata è scivolata via, contornata di interesse e curiosità che l’autore ha saputo gestire con capacità e coerenza, dimostrando una grande passione per la figura di Giulio Cesare e per tutte quelle condizioni odierne che si possono tranquillamente confrontare con un passato enorme, irripetibile e fantasticamente contornato da vicende al limite del surreale, quasi impossibile da pensare oggi, dove il massimo idolo di una Roma orfana del mitico gladiatore che spirava con idilliaca frase rivolta al popolo, è oggi sostituita da un’altra frase, molto meno poetica proferita da un moderno Fiamma, mitico gladiatore di origine siriana molto amato dai romani, che dice testualmente «speravo dè morì prima». Come se un pallone di cuoio pieno d’aria potesse cancellare duemila anni di storia colmi di cultura...

Complimenti quindi a tutto il direttivo Unitre di Rivoli per la bella serata con il giornalista e storico Aldo Cazzullo, che ha saputo con squisita gentilezza conquistare i presenti anche dopo la presentazione, in particolare quando si è fermato a salutare con una subalpina stretta di mano, coloro che desideravano conoscerlo e chiedere un suo autografo incorniciato nella prima pagina del suo libro e molte foto, scattate con il sorriso genuino dipinto sul volto di questo galantuomo di forti radici di Langa.

Presenti in prima fila il presidente dell'Anpi provinciale Nino Boeti e il sindaco d Rivoli Andrea Tragaioli, accompagnati da altre personalità istituzionali cittadine.

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