Nel 2023, i danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura piemontese hanno superato i 4,3 milioni di euro. Solo nella Città metropolitana di Torino la cifra accertata ha raggiunto i 605.410 euro, mentre la Regione ha liquidato finora 404.748 euro, includendo anche i costi di recinzioni e perizie. A livello regionale, le somme erogate sono pari a 3,9 milioni, ma il conto reale – tra acconti e saldi – arriva a 4.394.740 euro.
I dati emergono da un’analisi della Coldiretti Torino che lancia l’allarme sulla mancata gestione degli ungulati, in particolare del cinghiale, responsabili della maggior parte dei danni alle colture. Le superfici agricole colpite sono enormi: nel 2023 si sono registrati danni su quasi 8.700 ettari nel Torinese e oltre 34mila in tutto il Piemonte. Nel 2024, le cifre restano alte con 7.548 ettari colpiti a Torino e 29.162 a livello regionale. Mais, prati e pascoli risultano tra le colture più danneggiate.
Il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici, parla chiaro: «I nostri agricoltori non vogliono rimborsi, vogliono soluzioni. Questi numeri dimostrano che il problema non riguarda solo gli agricoltori, ma ogni cittadino che paga con le tasse la cattiva gestione della fauna selvatica».
Intanto, la situazione sul fronte degli abbattimenti è ben lontana dagli obiettivi. Nel 2024, in Piemonte sono stati abbattuti 32.405 cinghiali, di cui 8.536 nella provincia di Torino. Tuttavia, la soglia minima per un’efficace contenimento era stata fissata a 50mila abbattimenti totali, con almeno 15mila nella sola area torinese. Particolarmente critiche le aree protette: nei Parchi piemontesi, nel 2024, si sono abbattuti appena 2.529 cinghiali.
Con i danni in crescita e l’epidemia di peste suina africana a minacciare l’equilibrio del comparto, l’urgenza di un piano di controllo efficace si fa sempre più pressante. La fauna selvatica è “patrimonio indisponibile dello Stato”, ma il conto lo pagano, ancora una volta, agricoltori e cittadini.