Gio, 2 Mag, 2024

Per le imprese, il 2024, sarà un anno nerissimo. API prevede in calo produzione, ordini e fatturato

Per le imprese, il 2024, sarà un anno nerissimo. API prevede in calo produzione, ordini e fatturato

Cellino (API Torino) «situazione sempre più difficile, ma non rinunciamo alla nostra missione di imprenditori»

Dopo un 2023 (con un buon primo semestre) che si è concluso al di sotto delle previsioni già ampiamente negative, la consueta indagine sullo stato delle imprese condotta dall’Ufficio Studi di API Torino restituisce un quadro nerissimo anche per il 2024, almeno con riferimento ai primi sei mesi.

«Si tratta delle conseguenze di una condizione interna al Paese - commenta il presidente Fabrizio Cellino - e di quanto sta accadendo nel mondo. Le incertezze dei mercati e delle politiche, l’andamento dei costi dell’energia e delle materie prime, e ora in particolare il costo del denaro generano una sostanziale impossibilità ad effettuare previsioni anche nel medio termine e sono tutti elementi che rendono ancora più difficile lo sviluppo o la sostenibilità stessa delle PMI in un momento in cui liquidità e redditività sono già in sofferenza».

Per i primi sei mesi del 2024 il saldo "ottimisti-pessimisti" è complessivamente pari a -0,8% (in flessione rispetto al precedente +1,7%), ma con marcate differenze tra settori di attività e filiere economiche di riferimento.

Le imprese manifatturiere che operano nella filiera dell’industria (impianti e attrezzature) e in quella della mobilità, e che rappresentano una quota considerevole del campione indagato (54,5%), sono fortemente pessimiste. Il grado di fiducia del manifatturiero risulta ampiamente negativo -17,6% nel caso della mobilità e -23,3% in quello dell’industria. Il livello di fiducia cresce solo nelle imprese dedite ai servizi (+42,3%).

I tre indicatori classici sono tutti in calo-12% produzione, -8,7% ordini, -10% fatturato.

Secondo Cellino quindi «di fronte ad una situazione come questa, l’unica strada percorribile è quella dell’innovazione e delle alleanze ma anche delle riforme. Le imprese non chiedono sussidi ma condizioni accettabili per investire e fare programmi di sviluppo e crescita, in definitiva per creare ricchezza e occupazione. Non vogliamo comunque rinunciare alla nostra missione: alcuni dati della nostra indagine, come quelli relativi agli investimenti, riportano la volontà di andare avanti».

Nonostante questo, crescono leggermente le imprese decise ad investire. Con riferimento ai prossimi mesi il 38,2% delle imprese ha in programma nuovi investimenti (precedente 32,5%). In particolare, i nuovi investimenti interesseranno l’acquisto di nuovi impianti/macchinari, il rafforzamento delle competenze del personale occupato, attività di Ricerca e Sviluppo e transizione digitale. 

Per il primo semestre 2024 è previsto un nuovo aumento della quota di imprese che ritiene di dover ricorrere alla Cassa Integrazione (16%), in crescita di 4,8 punti percentuali rispetto al dato attuale (11,8%). Se nel secondo semestre 2023 i livelli occupazionali hanno tenuto segnando un saldo ancora positivo, pari al +4,1%, le previsioni per il prossimo anno sono negative, con un saldo atteso pari a -1,7%. Il 41% degli imprenditori prevede nuove assunzioni per il prossimo semestre (contro il precedente 45,7%)

Quali sono dunque le previsioni?

«Per la prima parte del 2024 è attesa una fase di ulteriore contrazione degli indicatori economici di carattere congiunturale - sintetizza Fabio Schena, responsabile dell’Ufficio Studi di API -. Per circa un terzo del campione i livelli di produzione, ordini e fatturato saranno in calo. Solo dai mercati extra UE è attesa una ripartenza della domanda e, dunque, un parziale recupero in termini di fatturato».

 

 

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