La santoreggia, conosciuta anche come erba pepe, è una pianta officinale aromatica appartenente alla famiglia delle Lamiaceae (Labiate). Da secoli viene apprezzata sia in cucina sia in fitoterapia grazie alle sue numerose proprietà: antibatteriche, digestive, cicatrizzanti, antifungine, antispasmodiche e persino afrodisiache. Tali effetti sono dovuti in gran parte all’olio essenziale concentrato nelle foglie e nelle sommità fiorite.
Proprietà e benefici
La santoreggia è utile in particolare per:
- Favorire la digestione e ridurre disturbi come nausea, gonfiore addominale, meteorismo e diarrea.
- Disinfettare e cicatrizzare: la tisana può essere impiegata per lavaggi di ferite, risciacqui della bocca e gargarismi, aiutando a contrastare infezioni e ad accelerare la guarigione dei tessuti.
- Cura della pelle e dei capelli: infusi, idrolato e olio essenziale (opportunamente diluito) vengono utilizzati per trattare pelle impura, forfora e capelli grassi.
In cucina
Il sapore della santoreggia è deciso, a metà strada tra menta e pepe. Le sue foglie fresche o essiccate arricchiscono sughi, salse, minestre e piatti a base di legumi, esaltandone gusto e digeribilità.
Controindicazioni
Usata come erba aromatica, la santoreggia è sicura e non presenta particolari effetti collaterali. Diverso il discorso per olio essenziale, tintura madre o idrolato, che vanno assunti con cautela e solo su consiglio di un esperto. Questi prodotti sono sconsigliati in gravidanza, allattamento, età pediatrica e in caso di allergie o intolleranze ai principi attivi della pianta.
Curiosità
Nell’antichità si riteneva che la santoreggia fosse afrodisiaca e capace di stimolare i sensi: era chiamata “erba del satiro”, in riferimento alla figura mitologica metà uomo e metà capra, nota per il suo desiderio insaziabile. Per questo motivo, era vietato coltivarla nei orti monastici, ritenuta un’erba troppo “sensuale” per i luoghi di austerità.
In alcune regioni dell’Abruzzo, la santoreggia veniva chiamata jerva pépe o pepe dei poveri: secca e tritata, sostituiva il pepe nero nelle carni conservate.
Grazie al suo profumo e ai fiori melliferi, la santoreggia è amata dalle api, ma il miele uniflorale è molto raro, poiché la pianta non è molto diffusa. In Abruzzo, il miele di santoreggia, di color giallo-verde, è particolarmente delicato da produrre e viene tutelato anche da Slow Food per valorizzare la biodiversità montana.

