Galeotto è stato quel pezzetto di elastico utilizzato dal fornitore di ortofrutta per legare i mazzetti di prezzemolo e finito nelle polpette di merluzzo, lo scorso 28 febbraio, alla mensa delle scuole "Di Vittorio" e "8 Marzo". E' bastato quel piccolo frammento per scatenare le polemiche delle famiglie, ma soprattutto per accendere i riflettori sulla qualità del cibo servito ai bambini.
«Un errore umano durante la preparazione» afferma l'Asm, l’Azienda Speciale Multiservizi di Venaria, che dopo la segnalazione ha avviato un'indagine e prodotto una relazione consegnata ieri al Comune. Tutto a posto? Forse no anche perchè questo increscioso episodio è andato ad aggravare una situazione già tesa a causa di altri disservizi, e scatenato la reazione indignata dei genitori e numerose lamentele sui social. Intanto, questa mattina, mercoledì 5 marzo, la protesta dei genitori ha preso forma con una manifestazione davanti ai cancelli della scuola di via Ugo Foscolo quando alle 12,30, un nutrito gruppo di mamme e papà ha organizzato un pranzo al sacco con i propri bambini per esprimere il proprio dissenso.
“Chiediamo lo scioglimento del contratto con l’azienda che fornisce i pasti. Paghiamo circa 900 euro all’anno per un servizio che continua a essere scadente. Da settembre abbiamo segnalato numerose inadempienze: capelli nei piatti, cibo servito freddo, e addirittura contaminazioni per i bambini intolleranti al glutine o al lattosio», lamentano i genitori.
Risposta dell’amministrazione e nuove richieste
Anche la risposta dell’Amministrazione non ha soddisfatto le famiglie: «Le spiegazioni fornite questa mattina non ci bastano. La nostra protesta continuerà e non usufruiremo del servizio fino a giugno. Abbiamo chiesto di poter portare il pranzo al sacco e consumarlo in classe, ma non ci è stato concesso. Ci aspettavamo maggiore solidarietà da parte delle insegnanti, della vice dirigente e degli altri genitori delle scuole del comprensorio, ma ci siamo sentiti abbandonati. Speriamo che le nostre richieste vengano finalmente ascoltate con azioni concrete da parte di ASM e del sindaco», concludono i genitori.
Intanto, lo scorso lunedì 3 marzo, ASM ha convocato una riunione con La Vivenda, la società incaricata della gestione della mensa, per fare chiarezza sull’accaduto e dopo le verifiche ha richiesto alla ditta un rafforzamento delle procedure di controllo e un ulteriore incremento della formazione del personale, per aumentare e migliorare le procedure per la gestione delle non conformità e la prevenzione della presenza di corpi estranei nei pasti destinati ai bambini.
«Solo nella nostra città, il fornitore prepara quotidianamente circa 2.000 pasti per le scuole, che nell’arco dell’anno corrispondono a 300mila pranzi. Oltre ai controlli del NAS dei Carabinieri – che nell’ultima ispezione del 14 febbraio 2025 hanno certificato il rispetto delle norme e delle procedure – ASM ha intensificato le verifiche attraverso il laboratorio chimico della Camera di Commercio di Torino» dichiarano il sindaco Fabio Giulivi e il direttore generale di ASM Venaria, Mario Corrado.
Rassicurazioni che evidentemente non rassicurano abbastanza vista la protesta di oggi e le dichiarazioni d'intenti rilasciate al nosto giornale.