Appello all'unità del mondo contro tutte le guerre che insaguinano il Pianeta
Non è mancata la partecipazione di molti esponenti associativi e singoli cittadini, in occasione delle celebrazioni dedicate al IV novembre che sono state anticipate nel pomeriggio di venerdì 3, per dare modo ad una delegazione di studenti dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone”, di prendervi parte, rendendo, con la loro presenza, sicuramente più intensa e significativa la manifestazione, tenuta dal sindaco Francesco Grassi, accanto alla vice Paola Borsello, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Leinì Mauro Esposito, accompagnato da diversi militi sia in servizio che in congedo, e dal rappresentante della locale polizia municipale.
A fare da cornice un folto un folto numero di esponenti del variegato mondo associativo e locale, con labari e bandiere. Dalla Croce Rossa, ai già citati rappresentati dell’Arma dei Carabinieri, in servizio ed in congedo, l’Anpi, i Bersaglieri, gli Alpini, l’Unitre, l’associazione “Arcobaleno” ed il Comitato per i Servizi, che hanno garantito il regolare svolgimento della manifestazione che, come tradizione ormai consolidata negli anni, si svolge di fronte al monumento dedicato ai Caduti di Tutte le Guerre, in un lembo di terreno situato fra la scuola primaria e la parrocchia.
Come ha ricordato Grassi, rivolgendosi ai presenti «la ricorrenza del 4 novembre, che oggi celebriamo, scandisce un momento importante e imprescindibile della nostra storia. La fine della Prima Guerra Mondiale, con la vittoria insieme agli Alleati contro gli Imperi Centrali, che poneva fine alla tragedia della Grande Guerra, segnava anche l’approdo della nostra lotta risorgimentale iniziata decenni prima. Un percorso lungo, sofferto, costato sacrifici, dolore, lutti. Costellato di eroismo, di speranze, di impegno per la libertà, di amore per la nostra Patria. È con questo spirito e con questa consapevolezza che oggi celebriamo la giornata dedicata all’Unità nazionale e alle nostre Forze Armate. Celebriamo e facciamo memoria di ogni soldato caduto, sia di quelli i cui nomi leggiamo sulle lapidi, sia di quelli che a migliaia sono rappresentati dalle spoglie del Milite ignoto all’Altare della Patria».
Sacrifici che non sono stati vani. Perché da quella sofferenza è nata la consapevolezza di quanto sia terribile la guerra, si è radicato nel cuore della nostra Italia e della nostra Europa il dovere ineludibile di costruire la Pace «tutti sogniamo un mondo di Pace, un mondo di Unità non solo Nazionale - ha proseguito Grassi -. Unità di chi? Chi siamo? Noi esprimiamo tante identità, ci sentiamo parte di una famiglia, di un gruppo di amici, di una scuola, di un'associazione sportiva, di un comune, siamo tifosi del Toro o della Juve, o altro..., ci sentiamo cristiani, atei, musulmani, testimoni di Geova...»
Quindi, chi siamo noi? Al quesito ha ancora risposto il sindaco «siamo persone, uomini e donne, titolari di diritti e di doveri: cittadini del mondo, dell'Europa, e oggi in particolare italiani, figli di una memoria comune di una storia che ci accompagna da generazioni, ma anche autori di una storia ancora da scrivere, e dobbiamo scriverla insieme, perchè vogliamo che sia una bella storia, una storia avvincente e avventurosa che vogliamo finisca bene... con la formula “ e vissero tutti felici e contenti!”».
Ma come in tutte le storie ha ancora aggiunto Grassi «ci sono dei pericoli, la guerra, la fame, la povertà, la violenza, ma... ...noi cittadini italiani, cittadini europei e cittadini del mondo sappiamo come si dovrebbe scrivere un lieto fine. Nel 1946, nasce la nostra Repubblica italiana, dalle ceneri della seconda guerra mondiale. Da allora abbiamo vissuto un'era di pace durata 77 anni».
E poi rivolgendosi alle scolaresche presenti ha ricordato «e oggi, anche voi cari studenti e studentesse potete essere costruttori di una nuova patria comune, più grande! Oggi si sta consolidando sempre di più la nostra casa comune dell'Unione Europea, patria comune dei popoli europei. Ma perchè il sogno dell'unità dovrebbe fermarsi a questo? Il sogno di tutta l'umanità è di vedere tutto il mondo unito, e di dimenticare la guerra, e oggi non è più solo un sogno, è un progetto concreto. Un progetto che affonda le sue origini lontano e ha come esempi la creazione della Società delle Nazioni nel progetto la nascita dell'ONU nata nel 1945, dove tutta l'umanità di buona volontà può contribuire a costruire una casa comune in cui tutti siano cittadini, in cui tutti possano uniti contribuire a realizzare un mondo migliore».
Al termine dell’orazione ufficiale, gli studenti e le studentesse hanno intonato l’inno nazionale ed espresso alcune riflessioni sul valore e sul significato del IV novembre.