Al centro della periferia di Venaria, un gruppo di ragazzi si è letteralmente fatto in quattro per sistemare, almeno in parte, il proprio oratorio. C’è chi ha ridipinto le pareti, chi ha fatto la manutenzione straordinaria per tracciare i campi da calcio e chi ha rattoppato le buche.
Una ventina di volontari, tutti ragazzi tra i 18 e i 20 anni, animatori e alcuni universitari, lo scorso 15 ottobre si sono resi disponibili per rendere il cortile della parrocchia San Lorenzo di piazza Cavour più accogliente, prima di cominciare l’anno. L’oratorio è nel cuore della periferia ad Altessano e per tutto l’anno diventa un punto di riferimento per tutte le famiglie. Frequentato da bambini, ragazzi delle scuole medie e anche anziani dei quartieri Fiordaliso ex
case Gescal e rioni circostanti, come centro educativo e di aggregazione per trascorrere il tempo libero, doposcuola e momenti religiosi oltre a quelli di festa comunitaria.
«Come ogni anno a inizio attività i nostri giovani si sono impegnati a sistemare gli ambienti dell’oratorio perché potessero essere belli e accoglienti - spiega il parroco don Enrico Griffa -. Un segno semplice, ma che racconta l’affezione profonda nei confronti di una realtà che, ne sono convinto, continua ad essere qualificata in ambito educativo. L’oratorio è infatti ancora capace di educare, tramite la presenza dei nostri giovani animatori, vivere relazioni sane e gestire il tempo libero in modo proficuo. Ringrazio di cuore i nostri giovani e, a partire da questa settimana, attendo in oratorio a San Lorenzo o a Santa Maria tutti quelli che vorranno venire a studiare o giocare insieme».
Ma all’interno dell’oratorio non basta la semplice manutenzione dei volontari e momenti come la castagnata e le feste diventano occasione per raccogliere offerte e donazioni «da dieci anni ci occupiamo della manutenzione, però ci sono lavori che non possiamo fare noi. Il tetto, per esempio, e la sala giochi a causa delle infiltrazioni d'acqua sono completamente da rifare. Per questo chiediamo l'aiuto di tutti» è l'appello di Paolo Ferrera, referente e responsabile dei giovani animatori.