«La prima cosa che si nota nell’atto creativo è che si tratta di un incontro…la creatività è il confronto dell’essere umano intensivamente conscio con il suo mondo». A sostenere questa teoria è lo psicologo statunitense Rollo May.
A dimostrarla, senza ombra di dubbio, è l ’artista Franca Battistella, pittrice, creatrice di gioielli, scenografa, capace di trasmettere attraverso le sue opere tutto il mondo interiore di donna che ama profondamente la vita.
Nata e cresciuta a Caselle Torinese, dopo aver frequentato il liceo artistico “Vittorio Veneto” e aver avuto come insegnante il grande Raffaele Ponte Corvo, Franca Battistella si laurea in Architettura al Politecnico di Torino e contemporaneamente si specializza in Scenografia. Dopo la laurea, il matrimonio con l’architetto artista, scrittore e regista, Fabrizio Frassa e la nascita di Federica, abbandona per qualche anno il disegno, per riprenderlo poi nuovamente. Oggi Franca è un'artista a tutto tondo capace di emozionare chi si avvicina alla sue opere.
Schiva e riservata non ama parlare di sé, anche se avvicinarsi a lei, anche solo per scambiare quattro chiacchiere, apre un mondo, tanti e tali sono i suoi valori. Ma non sono certo le parole a fare la differenza nella sua vita personale e artistica «la relazione con le persone non è facile, ancor meno dopo la pandemia che ha reso tutti autocentrati e ha fatto emergere quel egoismo insito nell'animo umano. Preferisco, quindi, raccontare storie, armonie ed emozioni attraverso il disegno».
Storie, emozioni ed armonia sfociate in questi anni in una quantità di opere pittoriche, di gioielleria e allestimenti scenografici, che l'hanno portata quasi sempre a rimanere però dietro le quinte. Dietro ad un foglio bianco che come per magia - la magia della sua grande creatività - attraverso linee e segmenti che si intersecano e si intrecciano prendono vita per creare un armonico insieme, in uno storytelling che anima l'immaginazione e dà vita ad un turbinio di suggestioni per narrare lo stato d'animo e il messaggio che l'artista vuole trasmettere a chi guarda.
Un foglio bianco, un momento di meditazione e una matita che, partendo sempre da un concetto di libertà, si muove con grande abilità per far emergere da quello spazio emozioni e sentimenti. E poi i colori, mai scelti a caso, ma sempre ragionati e ricercati nello stato d'animo del momento. Colori e forme eleganti, uniche e ricercarcate che finiscono per assumere un’importanza filosofica. Unici come unica è Franca e chi ha avuto il privilegio di conoscerla lo sa bene.
Come unico e personalissimo è il suo stile e l’uso dell’acquerello dove vige un equilibrio particolare e affascinante tra acqua e colore e le linee che, ad un primo impatto, potrebbero sembrare impazzite, non sono mai lasciate al caso.
Il disegno è parte integrante della sua esistenza «non posso iniziare o finire la mia giornata senza disegnare. Il fruscio della matita sul foglio per me è quasi catartico. E’ come se mi si fermasse il cuore. E’ un’emozione irrinunciabile. Ogni opera ha due momenti: il disegno, ossia la storia che andrò a definire e il colore».
Ad un certo punto del suo percorso artistico Franca Battistella è passata dalla tavolozza ai materiali, creando anche una straordinaria collezione di gioielli. Pezzi unici di incredibile bellezza, non ripetibili «mi è stato chiesto di farlo ed è stata un’esperienza importante. Forme mobili che si raccordano con altre forme mobili perché la vita è movimento» e la mostra che ne è scaturita, presentata a Caselle, ha avuto un grande successo. Ogni pezzo una piccola scultura che ha suscitato grande ammirazione nei visitatori.
Pittura, gioielleria, ma soprattutto cultura. Sono la molla che ha animato e anima questa poliedrica e mai scontata artista che nel 2003 ha fondato it.Art, di cui è stata presidente. Un’associazione di grande livello che nei suoi 18 anni di vita (purtroppo ormai non esiste più) ha saputo organizzare importanti eventi e mettere in scena piéce di enorme valore non solo artistico e culturale, ma anche sociale. Spettacoli che si sono avvalsi proprio delle sue scenografie e che mancano, e non poco, su un territorio diventato quasi asfittico e avaro di quella cultura "alta" di cui per tanto tempo ha beneficiato, portando quell'indispensabile valore aggiunto che non esiste più.